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La denuncia pubblica di Stefano Arzu, l’allevatore di Talana che ha affidato al Comune 700 maiali in segno di protesta per la difficile situazione che sta portando alla chiusura della sua attività, continua con gli allevatori di Arborea.
In cinquanta sono scesi dai trattori e hanno consegnato, simbolicamente, le chiavi delle proprie aziende alla sindaca Manuela Pintus. Una protesta pacifica per far sentire la propria voce e difendere un settore, considerato spesso, fiore all’occhiello della nostra Isola. Lavoratori onesti e instancabili che portano avanti le proprie attività con orgoglio anche da generazioni, costretti a fermarsi davanti all’impossibilità di sostenere i prezzi schizzati alle stelle, che stanno mettendo in ginocchio intere famiglie. Il vertiginoso aumento dei costi del mangime, dell’energia elettrica, del gasolio e la folle burocrazia che sbarra l’accesso agli aiuti statali, richiede l’intervento urgente della classe politica.
“La protesta coordinata da Coldiretti ha visto allevatori di bovine da latte, agricoltori e rappresentanti del mondo dell’ortofrutta consegnare simbolicamente le chiavi delle proprie aziende al Comune per chiedere un intervento urgente a supporto delle famiglie, enti e imprese del settore primario, allo stremo delle forze, di fronte ad una situazione davvero difficile. L’aumento dei prezzi è insostenibile, le famiglie gli enti e le imprese stanno soffrendo a livello nazionale, ma la Sardegna è ancora più esasperata dai costi di trasporto delle materie prime e delle forniture da e per il continente” afferma la prima cittadina di Arborea.
E fa presente che il prossimo passo per dare voce alla richiesta d’aiuto sarà consegnare quelle chiavi ai rappresentanti della politica regionale e nazionale: “chiederemo interventi di sostegno a breve termine per supportare i settori zootecnico e agricolo e tutta la catena della produzione degli alimenti, ma è necessario programmare anche un rilancio generale del settore, ultimamente danneggiato dal pericolo blue tongue. Il reddito di oltre tremila famiglie dipende da questi comparti primari” continua la sindaca.
“Il Protocollo d’intesa per il sostegno della filiera lattico casearia degli allevamenti bovini, firmato il 9 novembre scorso con l’obiettivo di concedere sino al 31 marzo 2022, una piccola tregua dall’aumento dei costi di produzione non è andato a buon fine. Questo avrebbe consentito ai produttori il premio “emergenza stalle” sino a 3 centesimo al litro, ma nonostante l’approvazione dell’Antitrust non si è saputo più niente. Quelle chiavi rimesse nelle mani dell’amministrazione comunale sono il simbolo di una richiesta d’aiuto che non può e non deve rimanere inascoltata e faremo di tutto perché ciò non accada” conclude.