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Energia elettrica più che raddoppiata, costi delle materie prime alle stelle e, quindi, costi aziendali in impennata. L’aumento dei prezzi è insostenibile e le imprese chiedono l’intervento concreto della classe politica.
Per questo ieri ad Arborea, gli allevatori di bovine da latte e gli agricoltori hanno simbolicamente consegnato alla sindaca Manuela Pintus le chiavi delle proprie aziende, esposte al rischio di chiusura sotto il peso di costi oramai divenuti insostenibili.
“Stiamo parlando di una piaga nazionale, ulteriormente aggravata in Sardegna dagli oneri di trasporto di prodotti, beni e forniture da e per il continente. Sono tanti i settori che risentono ormai in maniera trasversale e indiscriminata del rialzo di tutte le voci di costo”, ha affermato la prima cittadina.
“A soffrirne famiglie, enti e imprese, come quelle appartenenti al settore primario che stanno attraversando una crisi senza precedenti e che nel nostro territorio rappresentano le principali attività economiche: l’agricoltura e l’allevamento”, ha continuato Manuela pintus.
La sindaca ha fatto sapere: “consegneremo, a nostra volta, simbolicamente le chiavi di queste aziende ai rappresentanti della politica regionale e nazionale, chiedendo loro, da un lato, interventi urgenti e immediati per sostenere il settore nel breve termine, con azioni tese a supportare la liquidità nei bilanci di impresa; d’altro lato, interventi e politiche in grado di fornire risposte strutturali, di lungo corso, che consentano di programmare investimenti e il rilancio in una cornice generale sempre più competitiva e selettiva, appesantita recentemente anche dall’emergenza blue tongue”.
“Ognuna delle chiavi rimesse nelle mani dell’amministrazione comunale porta con sé richieste di aiuto – ha sottolineato ancora - l’impotenza nel fronteggiare fenomeni globali che non possono essere neutralizzati dalla singola gestione aziendale, e la grande sofferenza di tanti padri e madri di famiglia, imprenditori giovani e meno giovani, operai, produttori di latte, di ortaggi, operatori della logistica, distribuzione e trasformazione ma anche professionisti e imprese che lavorano nel grande indotto del settore agricolo e zootecnico (non solo locale: la Latte Arborea raccoglie e lavora oltre il 90% del latte vaccino sardo). Oltre tremila persone traggono il proprio reddito, in maniera diretta e indiretta, da questi comparti primari. I settori zootecnico e agricolo, ma tutta la catena della produzione di alimenti, sono fondamentali per la sopravvivenza della nostra Isola. Sono fondamentali le nostre imprese. Lo è ogni singola impresa”.
Manuela Pintus ha ricordato inoltre che “Il 9 novembre scorso era stato firmato un Protocollo d'intesa per il sostegno alla filiera lattiero-casearia degli allevamenti bovini, sottoscritto dal Ministro dell’Agricoltura, dalle organizzazioni agricole, dalla Alleanza delle Cooperative Italiane, Assolatte e Grande Distribuzione. L’obiettivo doveva essere quello di garantire sino al 31 marzo 2022 il contenimento degli effetti dell’incremento dei costi di produzione. L’applicazione del Protocollo avrebbe consentito, infatti, di corrispondere ai produttori un premio “emergenza stalle” sino a 3 centesimi di euro al litro. Nonostante il parere positivo dell’Antitrust arrivato a dicembre, di questi 3 centesimi nessuno ha però saputo nulla: non sono mai arrivati agli allevatori. In questo scenario incerto e nebuloso, chiediamo che il grido che si leva dal mondo delle campagne non rimanga inascoltato”.
“Ribadiamo, dunque, le richieste urgenti: si programmino misure di sostegno a brevissimo termine, e siano dedicate politiche a lungo termine in grado di prevenire e scongiurare le emergenze durissime che stiamo attraversando”, ha concluso la sindaca di Arborea.