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Si terranno alle 19 di oggi, presso il sagrato della Chiesa del Santissimo Redentore di Arborea, i funerali di Paolo Fonsatti, l'ex sottufficiale di 73enne ucciso a coltellate nella sua casa nella borgata S'Ungroni.
La sindaca Manuela Pintus ha proclamato il lutto cittadino: “A seguito della scomparsa del nostro caro concittadino Paolo, tragicamente deceduto in data 18 agosto 2021, è proclamato il lutto cittadino il giorno sabato 21 agosto 2021. Le Bandiere del Palazzo Municipale verranno listate a lutto e si invitano tutti i cittadini, gli Enti, le istituzioni e i titolari di attività produttive e commerciali, le associazioni sociali, sportive e culturali a esprimere la propria partecipazione al lutto anche con la sospensione delle attività durante la cerimonia funebre e nelle forme ritenute più opportune. L’amministrazione e tutta la comunità si uniscono al dolore della famiglia di Paolo”.
Sette coltellate. Il nipote di Paolo Fonsatti, Renato, dopo la dimissione dall'ospedale di Cagliari, dove è stato operato per una ferita alla mano, è stato trasferito nel carcere di Uta, cove è detenuto, per aver ucciso lo zio Paolo, assassinato a coltellate dopo una lite avvenuta nell'abitazione della vittima, nella borgata S'Ungroni di Arborea. È stato lo stesso 55enne, messo alle strette, a confessare il delitto.
Da quanto emerso nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina al Comando provinciale dei carabinieri di Oristano, alla quale ha partecipato anche il procuratore Ezio Domenico Basso, ha rilasciato dichiarazioni spontanee prima ai carabinieri durante il trasferimento dall'ospedale di Oristano a quello di Cagliari, e poi alla pm Silvia Mascia, titolare dell'inchiesta aperta per omicidio volontario.
Era presente anche il suo avvocato difensore, Carlo Figus. Non ha riposto ad alcuna domanda, ma ha confessato di aver aggredito lo zio e di averlo ucciso. Dopo il delitto - ha raccontato - è uscito di casa, è salito a bordo della sua auto e ha raggiunto il canale di Santa Giusta, dove ha gettato l'arma del delitto, un coltello da cucina usato ora recuperato. Ha inferto sette coltellate allo zio, quella al petto si è rivelata mortale.
Gli inquirenti non si sbilanciano sul movente, ma l'ipotesi più avvalorata resta quella di una lite scoppiata dopo l'ennesima richiesta di denaro e dopo il rifiuto da parte della vittima. Secondo le testimonianze raccolte, infatti, Renato avrebbe più volte in passato chiesto denaro o generi di prima necessità allo zio Paolo e agli altri parenti. Fissata per lunedì prossimo l'udienza di convalida.