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Nei giorni scorsi i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cagliari hanno arrestato un agricoltore “armato fino ai denti”, hanno fatto sapere i militari precisando che, nonostante l’uomo fosse stato individuato grazie a indagini mirate, mai avrebbero potuto immaginare la quantità di armi e di reperti antichi che l’arrestato nascondeva nella sua abitazione.
In manette è finito un 40enne di Guspini.
I Carabinieri hanno spiegato che l’agricoltore, considerato insospettabile, è stato arrestato per una storia che ebbe inizio il 21 febbraio scorso.
Armi, munizioni, reperti archeologici, strumenti per lo scavo e per le ricerche di superficie furono ritrovati nel corso delle perquisizioni a carico di quattro persone della zona di Oristano, già conosciute dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Le prove chiamarono in causa proprio l’agricoltore di Guspini, spesso in contatto con i quattro oristanesi e molto attivo sui canali di vendita online, soprattutto per l’acquisto di monete antiche (sono state individuate ben 80 transazioni).
Grazie a questi elementi indiziari la Procura della Repubblica di Cagliari ha emesso un decreto di perquisizione che ha portato al sequestro di: un revolver a doppia azione marca Bruni, in origine a salve, privo dei prescritti contrassegni identificativi, con all’interno del tamburo 6 cartucce in cal. 380 con palla a piombo; 45 cartucce da caccia, di cui 25 a pallini e 20 a pallettoni; una pressa per piombo marca LEE, idonea alla realizzazione artigianale di munizioni per armi; 72 reperti archeologici in terracotta e metallici (tra cui parti di anelli, fibule e pesi) e 21 monete in bronzo, delle epoche nuragica, punica e romana; un metal detector completo di piastra e 2 cuffie, insieme ad altri strumenti per lo scavo di superficie (tra cui una piccozza ed una paletta da scavo).
L’indagine ha visto impegnata anche la Sezione Balistica del Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Cagliari, secondo la quale l’arma, revolver, è stata artigianalmente modificata e sarebbe perfettamente in grado di funzionare e di uccidere.
Il 12 settembre il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale cagliaritano ha convalidato l’arresto, confermando gli arresti domiciliari e prescrivendo al detenuto di non comunicare con persone diverse da quelle conviventi.
I reperti archeologici saranno affidati a un archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari al fine di accertarne autenticità, interesse culturale, ambito di appartenenza e datazione.
Gli esperti del laboratorio di balistica del R.I.S. di Cagliari determineranno se l’arma e le 6 munizioni fabbricate artigianalmente siano state utilizzate nel corso di episodi criminosi.