Questa mattina gli agenti della Squadra Mobile, a conclusione di una serrata attività investigativa, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Sassari, il Dottor Michele Contini. I destinatari del provvedimento sono stati G.E., sassarese 57enne, e M.P., 53 anni di Porto Torres, entrambi pregiudicati. Risulta invece indagato M.F., pregiudicato sassarese di 54 anni.

L’attività di indagine che ha condotto all’applicazione delle misure restrittive in questione ha preso avvio a seguito della rapina consumata in via Nizza a Sassari il 7 novembre 2017, ai danni di un dipendente di una catena di compro oro. Quest’ultimo, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, aveva appena depositato nel bagagliaio della propria auto una busta contenente preziosi, ritirato poco prima presso una delle filiali operanti in zona, per un valore di oltre 45 mila euro, quando  era stato avvicinato da persone, uno dei quali, pistola in pugno, lo aveva tenuto sotto la minaccia dell’arma. Il secondo, invece, si era impossessato della busta con l’oro. Dopo essersi impossessati della refurtiva i due rapinatori aveva intimato alla vittima di salire a bordo della propria auto, avvertendolo che se non avesse ubbidito ai loro ordini avrebbero fatto uso dell’arma con la quale lo avevano minacciato. I due uomini si sono quindi dati alla fuga a bordo di un ciclomotore del quale la vittima era riuscita, seppur parzialmente, a ricordare la targa e a fornire agli investigatori una prima descrizione fisica dei due rapinatori. Da qui l’attività di indagine, all’epoca dei fatti sotto il coordinamento dell’allora dirigente la Squadra Mobile, Bibiana Pala, condotta attraverso la ricostruzione del percorso seguito dai due rapinatori per giungere ed allontanarsi dal luogo del delitto. Ricostruzione resa possibile dalla lunga e minuziosa attività di studio delle immagini provenienti dagli impianti di video sorveglianza presenti nella zona che hanno consentito di individuare la marca e il modello del veicolo, oltre a constatare che i due rapinatori avevano alterato in parte la targa con il chiaro intento di non essere individuati. Il veicolo utilizzato, si è poi rilevato provento di un furto consumato precedentemente in città. Seppure sulla base dei pochi dati raccolti, delle descrizioni fornite e del patrimonio, info-investigativo dell’ufficio, le indagini della Squadra Mobile, ha riferito la Polizia, si sono immediatamente indirizzate verso i due arrestati, anche in considerazione del fatto che il veicolo usato per la rapina è stato rinvenuto bruciato nella zona di residenza di G.E. Nel corso di una perquisizione a carico dello stesso, sarebbero stati rinvenuti oggetti e indumenti riconducibili alla rapina in questione. Oltre agli elementi relativi alla rapina, la stessa perquisizione avrebbe consentito di rinvenire una collezione di monete antiche, alcune di notevole valore, provento di un furto in un’abitazione precedentemente consumato in città. Raccolti i primi indizi a carico di G.E. gli investigatori, anche attraverso le intercettazioni telefoniche disposte dall’Autorità Giudiziaria, hanno ricostruito i suoi rapporti con M.P.

Quest’ultimo, peraltro, all’epoca della rapina risultava ricercato in quanto destinatario di un ordine di carcerazione per altri fatti risalente al luglio del 2017. Proprio a causa della pendenza del provvedimento suddetto, il 28 novembre scorso il 53enne è stato rintracciato a Porto Torres e arrestato dagli uomini della Squadra Mobile che, in quell’occasione, hanno effettuato una perquisizione a carico del predetto rinvenendo ulteriore materiale di notevole valore indiziante. Al momento dell’arresto il M.P. era in compagnia M.F., indagato per il reato di favoreggiamento personale.

Inoltre,  nel corso della perquisizione a carico del sassarese 57enne, gli investigatori hanno rilevato che l’uomo presentava una vistosa ferita ad una gamba che ha riferito essersi procurato in un incidente motociclistico. Tale dettaglio ha immediatamente fatto sospettare che l’uomo fosse coinvolto anche nella rapina consumata in danno di un rivenditore di tabacchi di Porto Torres il 6 ottobre scorso. In quella circostanza la vittima era stata avvicinata con le stesse modalità della rapina descritta in precedenza, quindi aggredita con uno spray urticante che i rapinatori le avevano spruzzato in viso per neutralizzarne la reazione. In questo caso i due arrestati si erano impossessati di un borsello con gli incassi della tabaccheria, circa 11 mila euro, ed avevano tentato di darsi alla fuga a bordo di uno scooter, ma erano stati immediatamente inseguiti dalla vittima a bordo della propria auto. Nelle fasi concitate dell’inseguimento i due veicoli erano entrati in collisione e i due motociclisti sono caduti a terra. Proprio in quella circostanza G.E. si era procurato le lesioni riscontrate dagli investigatori. Nonostante la caduta, i due rapinatori avevano ingaggiato con la persona offesa una colluttazione che li aveva portati, comunque, a impossessarsi del bottino. Tuttavia, le tracce biologiche lasciate dai rapinatori sul luogo del sinistro hanno consentito di individuare le due persone, attesa la completa compatibilità dei loro profili DNA con quelli presenti sulla scena del crimine.

Al termine delle attività di rito i due sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Sassari – Bancali dove restano a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.