La Polizia di Stato ha tratto in arresto un ventinovenne residente a Cagliari per il reato di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico.

L’attività investigativa, condotta dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Cagliari, ha preso spunto da una segnalazione internazionale pervenuta presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online, circa la presenza di file di natura pedopornografica caricati da un utente italiano su un noto social attualmente molto in voga fra i giovanissimi.

Le attività di polizia giudiziaria e tecniche compiute dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni “Sardegna” hanno permesso di identificare il soggetto titolare dell’account social oggetto di investigazione. La successiva perquisizione locale e informatica eseguita su delega della Procura della Repubblica di Cagliari, ha consentito di accertare la presenza, nei dispositivi informatici in uso all’arrestato, di un’ingente quantità di file (formato video e immagine) di natura pedopornografica, scaricata e visualizzata attraverso un cloud, che ha permesso di procedere all’arresto facoltativo in flagranza di reato.

I predetti file, oggetto di cristallizzazione della prova attraverso una copia forense dei dispositivi in uso all’indagato, tutti caratterizzati dalla presenza di foto e video di minori (di età presumibilmente compresa tra i 3 e i 12 anni), hanno delineato il suo interesse costante nel tempo evidenziato dal continuo download, condivisione e successiva cancellazione del materiale pedopornografico.

Inoltre, l’attività criminosa posta in essere dal ventinovenne cagliaritano sussume anche l’ipotesi di una ben consapevole detenzione, poiché i summenzionati file sono stati da lui archiviati scrupolosamente in distinte cartelle con denominazioni inequivocabili riconducibili a contenuti afferenti allo sfruttamento sessuale di minori.

L’Autorità Giudiziaria nel convalidare l’arresto in parola ha disposto l’acquisizione ed analisi dei contenuti delle memorie dei dispositivi mobili e di memoria di massa, sequestrati a seguito dell’attività di polizia giudiziaria, per la prosecuzione dell’attività investigativa in ordine alla ricostruzione delle eventuali dinamiche di diffusione o condivisione del materiale pedopornografico posseduto.