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Lsd e alcune piantine di cannabis sono state trovate all'interno dell'abitazione ad Arzachena di Michele Fresi, il 27enne che la notte del 28 dicembre scorso ha colpito il padre Giovanni, orafo di 58 anni, alla testa con un bastone di legno, provocandone la morte.
Ieri mattina la casa del giovane attualmente recluso a Bancali con l'accusa di omicidio aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, è stata nuovamente perquisita dai carabinieri del reparto territoriale di Olbia che hanno sequestrato le sostanze stupefacenti ritrovate e usate dal giovane anche la sera dell'omicidio.
Una prima perquisizione era stata disposta dalla Procura di Tempio Pausania ed eseguita l'11 gennaio dai carabinieri del Ris di Cagliari alla ricerca anche di possibili tracce ematiche. Michele Fresi, assistito dall'avvocato di fiducia Pierfranco Tirotto, aveva per sua stessa ammissione confessato di aver fatto uso di acidi e altre sostanze stupefacenti la sera dell'aggressione, in cui aveva assunto droghe anche in compagnia di una ragazza di 24 anni, per poi proseguire la sua folle serata in alcuni locali di Arzachena.
Il giovane al momento dell'arresto era in preda ad allucinazioni: sosteneva di essere aggredito dagli alieni. Per la difesa si tratta di un aspetto significativo, che potrebbe far pensare da un'instabilità mentale e psichica di Fresi, strettamente legata al suo abuso di sostanze ormai da anni.