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I carabinieri del Comando provinciale di Sassari hanno fatto un blitz negli uffici della direzione generale dell'Università di Sassari e dell'Azienda ospedaliera universitaria e sequestrato documentazione relativa all'elezione del rettore Gavino Mariotti e a successive nomine.
Il sequestro rientra nell'inchiesta della Dda culminata ieri nell'operazione "Monte Nuovo" dei Ros, con l'arresto disposto dal gip di Cagliari per 31 persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione segreta, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e altri reati come peculato e corruzione.
Nell'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip, Michele Contini, c'è anche un filone di inchiesta sassarese, che vede coinvolto in prima persona il rettore dell'Università, Gavino Mariotti, che non è iscritto nel registro degli indagati. Nel provvedimento del giudice si legge che l'associazione si era impegnata per garantire l'elezione del rettore, trovando i voti necessari per essere nominato alla guida dell'ateneo.
"Tra le persone più vicine al sodalizio - o quantomeno con i componenti più criminalmente qualificati del gruppo - figura il prof. Gavino Mariotti", è scritto nell'ordinanza. "Secondo quanto emerso nel corso delle investigazioni, la qualità dei rapporti del prof. Mariotti non si esauriscono nella partecipazione (certamente discutibile) a numerosi 'spuntini' organizzati da soggetti pluripregiudicati, ma si concretizza, da una parte, nel sostegno che il gruppo assicurò per favorire la sua elezione quale rettore dell'Università di Sassari, e dall'altra, nella massima disponibilità offerta dal prof. Mariotti per soddisfare gli interessi del sodalizio".
"Non ho ricevuto nessuna notifica, non mi risulta che sia indagato. Non ho letto gli atti ma non capisco di che cosa mi si possa accusare, di avere organizzato spuntini?". Così commenta la vicenda lo stesso Mariotti, che si dice sereno e sicuro di non avere commesso reati.
"Abbiamo dato la massima collaborazione, hanno prelevato dei documenti nell'ambito di questa inchiesta, ma io sono tranquillo", prosegue il rettore dell'ateneo sassarese che ammette le frequentazioni con Tonino Crissantu, nipote di Graziano Mesina e coinvolto nell'indagine in corso oltreché destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare. "E' un mio ex studente", ma respinge ogni strumentalizzazione e costruzione su supposti favori: "il detenuto aveva urgente bisogno di un intervento chirurgico e io ho solo chiesto al primario per quando era programmato, non ho fatto alcuna pressione", spiega Mariotti.
Sull'ipotizzato appoggio della banda per assicurargli i voti necessari a conquistare lo scranno di rettore, Mariotti scuote la testa incredulo: "Ma di cosa si sta parlando? Chi e come avrebbe potuto influenzare il corpo elettorale?".