Si è chiuso con l’assoluzione dei vertici dell'Eurallumina di Portovesme il processo aperto nel luglio del 2018 per disastro ambientale in concorso e traffico illecito di rifiuti. Assolti perché il fatto non sussiste, oltre alla revoca del sequestro della discarica dei fanghi rossi.

L'accusa è caduta per tutti gli imputati: l'amministratore delegato della società Vincenzo Rosino, 66 anni di Portici (Napoli), e il direttore dello stabilimento Nicola Candeloro, di 65, di Francavilla al Mare (Chieti). Era già stato prescritto il capo d'accusa relativo allo smaltimento illecito di rifiuti. L'inchiesta era scattata nel 2009, culminata con il sequestro del bacino dei fanghi rossi di Portovesme, nella provincia di Carbonia-Iglesias, in uso alla Eurallumina. Oltre ai due bacini, i sigilli erano scattati anche nelle aree attigue interessate al rilascio di acque contaminate da fanghi rossi.

Delusi dalla sentenza di assoluzione tutte le sigle ambientaliste che in questi anni hanno seguito il processo con sit-in davanti al palazzo di giustizia di Cagliari per chiedere la condanna di chi inquina. Questa mattina hanno manifestato tutto il loro disappunto per la decisione dei giudici.

Il verdetto apre ora nuove prospettive per lo sblocco delle autorizzazioni ambientali attualmente ferme in Regione e dare così il via libera al progetto di riavvio dello stabilimento di proprietà della multinazionale russa Rusal.