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Il primo caso nel settembre 2018, il secondo nell’agosto del 2019. Sono state due le neonate colpite dall’Atresia delle coane nasali, una rarissima malformazione congenita che interessa la parte posteriore del naso con la perdita della comunicazione tra le narici e le vie respiratorie inferiori.
Le piccole sono state ricoverate in Neonatologia e operate dall'otorinolaringoiatra ed operate nella prima settimana di vita. Un episodio raro, quello di queste due piccole, in quanto, precisa il direttore dell'Otorinolaringoiatria dell’Aou Francesco Bussu “Capita circa una volta ogni 25.000 nascite”, precisa il direttore dell'Otorinolaringoiatria Francesco Bussu,
L’intervento chirurgico consiste nell’asportazione della membrana e di parte del setto nasale, e nell'apposizione di piccoli stent (tubicini) che mantengono il passaggio dell'aria fino all'avvenuta cicatrizzazione ed è stato eseguito in sinergia tra la Neonatologia-Tin-Nido, la clinica Otorinolaringoiatrica e l'istituto di Anestesia e Rianimazione nella fase operatoria.
“Appena i neonati entrano al nido – ha aggiunto il direttore della struttura – verifichiamo la pervietà delle coane nasali con dei sondini che ci consentono di capire se queste siano o meno libere. In questi due casi abbiamo riscontrato questa situazione anormale. Una anomalia che – aggiunge – non avevamo trattato a Sassari da circa 30 anni”.
“Le piccole – ha sottolineato Giorgio Olzai – nel periodo pre-operatorio sono state alimentate con sondino, per evitare un aggravarsi del distress respiratorio durante la suzione. Dopo l'operazione le piccole sono state tenute in osservazione nel nostro reparto sino alle loro dimissioni”.
Nella mia esperienza – queste le parole di Bussu – avevo visto solo pochi casi in 20 anni di lavoro all'interno di un ospedale ad alto volume di prestazioni come il “Gemelli” di Roma. Adesso, invece, qui a Sassari mi sono trovato a operare due casi nell'arco di meno di un anno”.
Due ore circa la durata dell’intervento. “Si abbatte l'osso ispessito in maniera anormale che – ha concluso – chiude le fosse nasali. Vengono utilizzate delle piccole frese che risparmiano le mucose e le strutture anatomiche. In questi due casi, viste le dimensioni esigue del naso delle due neonate, abbiamo impiegato strumentazione adeguata per l'anatomia dei piccoli. L'anatomia di un bimbo con meno di una settimana rende, infatti, impossibile operare con strumenti che, solitamente, vengono utilizzati negli adulti”.
Al termine dell’intervento le due neonate sono state monitorate per venti giorni, quindi sono stati rimossi gli stent che, in precedenza, erano stati posizionati in sede per garantire la pervietà delle fosse nasali. Le piccole, la prima a ottobre 2018 e la seconda a fine settembre scorso, vivono una vita completamente normale a casa con i loro genitori.