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Alle 13.30 in punto, dall’altare della chiesetta di San’Efisio a Stampace, a Cagliari, Giancarlo Sanna, (nella foto del riquadro), visibilmente commosso, dichiara ufficialmente l'avvenuto scioglimento del voto dell’edizione numero 364 dedicata al Santo Martire Guerriero Efisio. Con lui, nella cerimonia ristretta nell'omonima chiesetta, don Ottavio Utzeri, il sindaco Paolo Truzzu e l’Altern Nos, Raffaele Onnis.
"Reverendissimo Monsignor canonico, illustrissimo signor Alter Nos, vogliate comunicare al Capitolo Metropolitano e al signor sindaco del Comune di Cagliari che oggi, 3 maggio 2020, il voto è stato sciolto. E così sarà sempre, con l'aiuto di nostro Signore Gesù Cristo, per l'intercessione di Nostra Signora del Riscatto e del glorioso martire Sant'Efisio, patrono di questa Arciconfraternita". E’ scritto nel consuntivo condiviso sulla pagina ufficiale dell’Arciconfraternita del Gonfalone di Sant’Efisio Martire: “Anche quest'anno Sant'Efisio ha compiuto il suo cammino verso Nora. Senza quelli che il presidente dell'Arciconfraternita Giancarlo Sanna ha definito i "colori del popolo", che però sono stati comunque capaci di rivivere con i petali dei fiori che, lungo la strada, hanno scortato il simulacro fino al luogo del suo martirio”.
L’arrivo da Nora
Una città, quella di Cagliari, totalmente deserta, le vie solcate dal fiume di gente, un popolo in festa come nelle edizioni precedenti tutto un ricordo: già, ai tempi del Coronavirus è tutto completamente cambiato: solo il silenzio, interrotto dalle campane nelle chiese e dalle sirene delle navi in porto, ha caratterizzato l’edizione numero 364 dedicata a Sant'Efisio a Cagliari, con l’assenza totale dei fedeli che accompagnavano, insieme ai gruppi folk e a tutte le figure che rappresentavano i pilastri della sagra. In piena pandemia, con la quarantena e col distanziamento sociale, la devozione non è comunque mancata.
Un clima surreale con la piccola chiesa del quartiere di Stampace blindata da un'imponente schieramento di forze dell'ordine, con pochi devoti alle finestre o lungo il percorso e cronisti a raccontare una giornata che verrà ricordata per generazioni. Come l'1 maggio del 1943 – riporta l’Ansa Sardegna - quando il simulacro del Santo, martirizzato a Nora, a circa 40 km da Cagliari, venne portato in processione tra le strade della città devastate dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Oggi, come allora, nessun cocchio trainato dai buoi, niente processione in abiti tradizionali sardi e nessuna fermata davanti al Municipio:
Solo bandiere listate a lutto, un tappeto di fiori a terra e un corteo di sole auto di servizio, compreso il pick up della Croce Rossa – scrive sempre l’Ansa Sardegna - che ha trasportato il Santo sino a Nora. Dopo la messa il rientro a Cagliari per lo scioglimento del voto a Sant'Efisio, che nel 1656 liberò il capoluogo sardo dalla peste e oggi viene invocato perché sconfigga il Coronavirus. (La foto in basso è di Giorgio Muceli)