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Se l'emergenza Covid-19 ha creato innumerevoli disagi ai cittadini che necessitavano di visite e controlli per problematiche di diversa natura rispetto a quelle legate al coronavirus, i pazienti oncologici sono certamente una delle categorie più colpite da una situazione divenuta ormai insostenibile.
In seguito all'annuncio dello spostamento dei pazienti dal presidio ospedaliero Businco di Cagliari a quello di San Michele, per via della chiusura delle sale operatorie dal 17 al 31 agosto, dovuta all'avvio di alcuni lavori di ristrutturazione, si è alzata feroce la protesta, guidata dal responsabile regionale Usb Sanità, Gianfranco Angioni. "I pazienti oncologici non possono essere trattati come pacchi postali e aspettare mesi per essere operati", ha dichiarato Angioni, accusando i disagi e i rischi che comporterebbe una tale operazione.
Ha poi preso le parti del personale del Businco, "già stremato per le difficoltà organizzative causate dalla carenza cronica di diverse figure professionali, che, oltre a farsi carico del trasporto e riporto dei pazienti, dovrà provvedere anche al trasporto del materiale in utilizzo". "Oggi si vogliono risolvere problemi strutturali dopo che per 5 anni dall'accorpamento, non si è fatto niente per ripristinare l'idoneità degli ambienti delle sale operatorie", prosegue Angioni, e a nome dell'Usb chiede che "si predispongano immediatamente delle sale operatorie mobili nelle pertinenze dell'Oncologico".
E conclude: "L'Unione Sindacale di Base settore Sanità, a tutela dei pazienti e di tutti i professionisti coinvolti (medici dei diversi ambiti operativi, infermieri, oss, ausiliari , autisti , etc) durante il presidio, ribadirà al Commissario straordinario dell'azienda ospedaliera Brotzu la richiesta dell'immediata rivisitazione della circolare che dà indicazioni sulle procedure operative sugli ambiti chirurgici", con la premessa "di non esitare a presentare esposto alla Procura della Repubblica, qualora quanto richiesto venisse disatteso".