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La scena è quella dello spettacolo teatrale "Lawrence e Lucia - sa coja irlandesa", interpretato da attori e ballerini della Compagnia Teatrale "Fill'e chini esti?" di Nuraminis.
Lo spettacolo, scritto da Bruno Tidili per la regia di Tania Tidili, racconta la vita di una famiglia sarda che viene sconvolta da usi e costumi del nuovo arrivato, un eccentrico irlandese. Solo l’amore e la fiducia per il diverso renderanno possibile la commistione di suoni, passi di danza e movimenti che decreteranno la magica unione di due culture diverse come quella sarda e quella irlandese.
Una trama intrigante, ma c'è un dettaglio che ha innescato un vespaio di polemiche sul web in queste ore.
Lo spettacolo, presentato al Teatro Massimo di Cagliari lo scorso gennaio, prevede anche l'esibizione di una serie di ballerini e attori che danzano a ritmo di musica tradizionale irlandese con indosso abiti di scena che ricordano gli abiti indossati dai Boes, le suggestive maschere etniche del carnevale di Ottana.
Una scelta stilistica che non è stata gradita da tanti utenti che, dopo aver visto un video pubblicato sulla pagina Facebook della compagnia teatrale, hanno esternato in maniera piuttosto aspra il proprio dissenso. "Un copia incolla venuto male", "Quelle maschere non sono vostre", "Le tradizioni degli altri paesi non si toccano". Questi alcuni dei commenti al video in questione.
Gli admin della pagina hanno risposto prontamente a tutti rispedendo al mittente le accuse di plagio. "Quelli che vedete - spiegano - è evidente che non siano i vostri bellissimi costumi dei Boes, e non è stato scritto da nessuna parte, i nostri costumi rappresentano solo delle brutte bestie, tra l'altro è difficile capire il contesto nel quale sono state introdotte, dal frammento del video pubblicato, sono disponibilissimo a parlarne con voi, come ho fatto con un altro rappresentante di un'associazione del vostro bel paese che ha sollevato dei dubbi, magari possiamo vedere insieme il video integrale della commedia, che vi assicuro non danneggia la nostra amata terra, ma mette in evidenza il grande valore dei sardi, vi saluto cordialmente".