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"Il coraggio è una cosa personale, il coraggio uno o ce l'ha o non ce l'ha" diceva il generale Giuseppe Musinu, storico comandante della Brigata Sassari, nell'ultima intervista alla Nuova Sardegna del 1991.
Era il 1° marzo 1915, esattamente cento anni fa, quando la Brigata Sassari si costituiva nei reggimenti 151° e 152° di Sinnai e Tempio Pausania. Una data, questa, che segnava l'inizio di una storia di eroi, come il general Musinu di Thiesi (detto su diaulu), e suggestive vicende militari avvolte oggi dal fascino della leggenda evocata dai nomi dei luoghi dove queste vicende si svolsero.
Dall'Isonzo ad Asiago passando per il Piave la Brigata Sassari, i cui uomini, quasi tutti sardi, avanzavano rapidi al grido di "Fortza paris!", fu presto riconosciuta come la migliore unità italiana sul fronte della Grande Guerra.
"I sardi in genere il coraggio lo hanno avuto sempre" raccontava Musinu "quando i nemici sentivano che c'era la Brigata Sassari raddoppiavano le sorveglianze, ma non serviva a nulla".
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale fu schierata nei Balcani, è stata impiegata in ben dodici campagne in vari teatri ricevendo 13 medaglie d'oro al valor militare, 405 d'argento e 551 di bronzo.
Un simbolo dell'intera Sardegna, uomini fieri e "fortes che nuraghe a s'attenta pro mantennere sa paghe". Auguri Dimonios!