«Dopo tanti anni di sacrifici, il male che abbiamo subito va oltre il danno materiale. Non ci sentiamo sicuri nella nostra casa e nella nostra comunità. Il sorriso di nostra figlia si è spento. Lei non vuole tornare a casa perché crede che ci siano le fiamme, urla durante il sonno e chiede il perché di tanta cattiveria». Enrico Fadda, edicolante, è il proprietario del furgone che è stato bruciato martedì scorso ad Austis.

PAROLE AMARE Nelle sue parole tristezza e sconforto. «Sono esterrefatto per l'attentato che ho subito. Siamo persone tranquille e oneste, che lavorano. Io ho deciso di rientrare ad Austis dopo un periodo vissuto al nord per lavoro. Credevo che qui si potesse costruire un futuro per me, la mia ragazza e per i miei figli, ma ora le mie certezze cominciano a vacillare. Abbiamo pensato di andare via e di lasciare questo paese al suo destino».

Enrico Fadda ringrazia le tantissime persone che hanno manifestato solidarietà nei suoi confronti.

«Sono un consigliere di minoranza dell'amministrazione comunale e rimango allibito per il fatto che Lucia Chessa, il sindaco di Austis, non solo non condanni fermamente quanto accaduto, ma metta in relazione l'attentato da me subito come naturale conseguenza del degrado delle relazioni tra cittadini, istituzioni, distorsione e manipolazione delle informazioni. Esprimo sincera vicinanza al mio paesano Giovanni Agostino Sanna, anche lui vittima di un attentato incendiario, con il quale condivido la voglia di resistere, di restare imprenditori nonostante la crisi, il silenzio e la latitanza delle istituzioni».