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Due colpi fatali, inferti alla gola. E' questa l'unica certezza emersa dall'autopsia sul corpo della 28enne di Biella Erika Preti, uccisa domenica mattina nella villetta di San Teodoro in cui insieme al compagno Dimitri Fricano, 30 anni - unico indagato per omicidio volontario - erano ospiti di amici per le vacanze. L'esame eseguito dal medico legale Vindice Mingioni nell'ospedale San Francesco di Nuoro è durato oltre tre ore. L'esperto ha chiesto del tempo prima di depositare la relazione completa al procuratore di Nuoro Andrea Garau titolare dell'inchiesta.
Tra le ipotesi, gli inquirenti non escludono che sia stato proprio il compagno ad uccidere la ragazza con un coltello da cucina, ritrovato sulla scena del delitto, con cui i due stavano affettando il pane prima di partire per una gita in gommone. Ma gli investigatori valutano tutte le piste, anche quella dell'aggressione a scopo di rapina nei confronti della coppia, così come sostenuto fin dal primo momento da Fricano, che ha riportato a sua volta un ematoma sul capo e delle ferite da arma da taglio ed è ancora ricoverato all'ospedale di Olbia.
Il pm ha conferito l'incarico allo stesso medico legale per un esame sulle ferite riportate dal giovane per capire se siano compatibili con l'aggressione e quindi con la sua testimonianza: lui continua a professarsi innocente.
Intanto il corpo di Erika Preti è stato consegnato ai genitori che provvederanno in Sardegna alla cremazione e poi riporteranno le ceneri al cimitero di Biella. Quello della cremazione era un preciso desiderio che la ragazza aveva espresso in vita. Cauti sugli sviluppi dell'inchiesta sia i legali della famiglia Preti che il difensore di Fricano: "Dobbiamo attendere i risultati completi dell'autopsia e l'evoluzione delle altre indagini - commentando all'unisono l'avvocato Lorenzo Soro e Roberto Onida, che difende il 30enne - prima di allora è prematura qualsiasi valutazione".