Non finisce di stupire, Bernardu Zizi, leggendario improvvisatore di Onifai, 88 anni compiuti a giugno.

Brillante, creativo, ironico (anche con se stesso) e graffiante quando serve, ma sempre sorridente, elegante e rispettoso dei ruoli, sul palco tziu Bernardu stimola, incuriosisce, diverte e ammalia pubblico e colleghi in gara.

È venerato da tutti come l’ultimo degli dei rimasti in terra, dopo le dipartite negli ultimi tre anni di due mostri sacri che con lui hanno condiviso lustri di sodalizio irripetibili,  dando luogo a un trio celebre e immortale che nell’immaginario collettivo è scolpito come uno scioglilingua con i nomi epici di ZIZI-MASALA-PAZZOLA.  

Dopo ogni sua performance, non meno coinvolti del pubblico presente sul luogo della gara poetica, sono gli ascoltatori e tutti gli appassionati della poesia a bolu, che da casa seguono, sentono e risentono, grazie ai prodigi della scienza e della tecnologia infinite volte declamati  in versi da tziu Bernardu, in un mondo in cui la comunicazione ormai non ha più confini.

Però, anche i poeti,  a fronte di figure fulgide e avvolte nel mito, hanno a che fare con le insidie  della vita terrena dei comuni mortali e, anche su questo, il vate di Onifai ne sa qualcosa. Dopo bizze pesanti, in questi ultimi anni, di un cuore capriccioso in vena anche lui di fare scherzi ingrati e poco poetici, tziu Bernardu è riuscito a respingere le ombre sinistre di un’età delicata per tutti, grazie agli alleati di sempre. Tutti identificabili tra i miracoli della stessa scienza e dei santi che magari non si sono tirati indietro dopo essere stati celebrati e osannati durante sa moda in ogni dove. E poi, tra i soccorritori di prima linea, la poesia, inseparabile dal suo respiro, dalla sua anima, dalla sua vita.

Ebbene, superato il tempo delle traversie, il nostro poeta è ritornato ai fulgidi fasti. La gioia di improvvisare in rima, di comunicare e di stare con la gente si legge nei suoi occhi.  La voce, bella, chiara, forte, nobile e solenne  è quella di sempre. La vena poetica non è andata mai a secco. Anche oggi sgorga versi che illuminano le piazze, su tutti i temi, e l’intero creato là dove la poesia è riflessione, svago, divertimento.

L’attualità, il presente, dunque, sono nella vita quotidiana di tziu Bernardu, fatta, appunto, di poesia, poesia  e ancora poesia.

Venerdì prossimo sarà a Belvì, 21 ottobre, in sa Sala Manna, in occasione degli annuali appuntamenti con Autunno in Barbagia. Ci ritorna a distanza di un anno, quando ancora riecheggiano i versi di quella magica serata.

Con tziu Bernardu ci sarà ancora il giovane quanto già poeta affermato Giuseppe Porcu di Irgoli e un’ altra realtà altrettanto giovane e scalpitante, Diego Porcu di Santullurgiu.

C’è da crederci, se ne “daranno” di santa ragione, così come vuole da sempre la poesia a bolu. Senza sconti, né per giovani, nè per anziani.

Tziu Bernardu sarà lì, orgoglioso dei suoi puledri di razza. Li provocherà, tenderà loro le trappole linguistiche per verificarne la scorza, ma sarà fiero delle loro risposte argute e delle loro scorribande giovanili ammantate di poesia.