No potho reposare amore e coro, pensende a tie so donzi momentu”. Era il 23 luglio del 1915 quando l’avvocato sarulese Vadore Sini scriveva i primi versi di A Diosa, un canto d’amore che nel corso dei decenni avrebbe incantato i sardi nel mondo e non solo, intercettando la sensibilità di artisti e compositori internazionali. Oggi, il paese di Sarule, custodisce e valorizza il patrimonio letterario ereditato dal Sini grazie ad un puntuale ed attento programma di eventi e manifestazioni che nascono nel segno di quei versi così poeticamente forti e delle tante altre opere composte dall’autore.

Autunno in Barbagia farà tappa a Sarule il 15 e 16 settembre, e sarà l’occasione per vivere a pieno il fascino di una comunità del cuore dell’Isola capace di raccontarsi e mettere in mostra i suoi tesori.

“Dopo 18 anni di questa kermesse tradizionale che punta molto alla gastronomia e all’artigianato – spiega Maurizio Sirca, direttore artistico della manifestazione – è tempo che i visitatori possano vivere dei laboratori esperienziali che lascino in loro un ricordo di cosa vuol dire recuperare antiche tradizioni che più o meno in tutta la Sardegna sono le stesse, pur con nomi diversi e peculiarità proprie di ogni paese. Al centro dei laboratori saranno la trasformazione del latte in tutte le sue varianti, la trasformazione della farina nel pane piuttosto che nel coccone tipico, come nei dolci con tutte le materie prime sarde. Il messaggio dev’essere che chi viene a visitare le nostre cortes non si troverà più difronte a una vetrina per guardare, magari dopo aver pagato per vedere. Chi parteciperà all’evento si sentirà veramente protagonista di quanto succederà nei locali e negli ambienti del centro abitato”.

I visitatori, dunque, guidati con sapienza da artigiani e produttori, avranno la possibilità di scoprire da vicino e misurarsi con tutti i processi di lavorazione che portano alla realizzazione e composizione di alcune fra le più gustose pietanze della tradizione culinaria sarulese, lasciandosi travolgere dai profumi e dai sapori della cucina locale.

“Il nome di Sarule – ricorda poi Sirca – è legato a doppio filo ad A Diosa perché Vadore Sini, l’avvocato autore, è sarulese. Noi a partire dal 2015, centenario del componimento, abbiamo iniziato un percorso di valorizzazione dell’opera e dell’autore con un percorso portato avanti anche grazie al contributo della Regione che ha finanziato un progetto videoteatrale de Il Medico, bellissima e complessa commedia scritta dal Sini. E così, il seme di No potho reposare ha dato i suoi frutti grazie anche al valore ormai riconosciuto da tutti delle opere del Sini che si inseriscono nel fermento culturale di quell’Atene sarda che era il ‘900 nuorese”.

Maurizio Sirca, già assessore del Comune di Sarule, sottolinea la necessità di un impegno anche politico per “valorizzare l’autore che ha scritto la poesia più amata da ogni sardo nel mondo. E’ necessario farlo in tutte le forme possibili, con la coralità, con la prosa e, come già avvenuto in passato, anche mediante convegni e laboratori tematici. Qualsiasi iniziativa in tal senso è ben accetta, anche quelle più innovative. Quest’anno, ad esempio, Autunno in Barbagia a Sarule ospiterà la cantina di Mogoro che ha dedicato a No potho reposare un vino bianco di sua produzione. La bottiglia si chiama “T’amo” e riprende proprio l’immagine del diario dell’autore di A Diosa. Abbiamo attivato una convenzione per cui chi all’ingresso dell’esposizione acquisterà un bicchierino realizzato dalla ceramista Valeria Tola potrà assaggiare il vino di Mogoro”.

Conclude Sirca: “Autunno in Barbagia a Sarule è un cammino nel segno della tradizione verso nuovi obiettivi e affascinanti scoperte”.