Ci sono delle persone, speriamo sempre in un numero più limitato, che non sanno quello che dicono e magari, come il caso di Vittorio Zanini,  blogger di Bologna, che ha rivolto ai sardi frasi infamanti e fuori senno, usano i canali informatici per far parlare di sé pronunciando parole che non dovrebbero essere pensate  neanche tra le proprie mura domestiche.

La polizia di Olbia ha aperto un carteggio nei confronti del blogger bolognese che senza filtri di dignità, di moralità e di rispetto verso gli altri aveva offeso il popolo sardo. Nelle sue parole razziste e fuori da qualsiasi logica razionale ci sarebbe dunque un’ ipotesi di reato i cui contorni saranno definiti dall’autorità giudiziaria competente.

Ma a parte i possibili risvolti di carattere penale della vicenda, resta la condanna generale di un episodio che purtroppo mette anche in evidenza i limiti degli strumenti comunicativi odierni, sprovvisti di una rete protettiva contro opinioni che poco hanno a che fare con la libertà di pensiero di ciascuno di noi.

Non per questi stessi limiti, però, si potrà mai pensare a un restringimento dell’area del confronto e del dialogo tra persone civili che ormai coinvolge tutto il mondo. Certo, la commissione di un reato, quando di reato si tratta, dovrà comunque essere punita come in tutti gli altri settori del consorzio umano.