Unire l’utile al dilettevole è sempre produttivo e quando si tratta di donare il sangue tutto assume un significato ancora più profondo e colmo d’amore e generosità. Per questo la sezione Avis di Alghero, in collaborazione con il M.A.S.C.I (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani Alghero) e la Chiesa di San Francesco di Alghero hanno organizzato la 33^ raccolta annuale di sangue in occasione dei festeggiamenti dedicati a San Francesco d’Assisi patrono d’Italia, quest’anno prevista per sabato prossimo, 30 settembre, presso Largo San Francesco, lato piazza Pino Piras, nella meravigliosa città catalana.

Dalle ore 8:00 alle 12:00 ci sarà l’Autoemoteca dell’Avis Provinciale di Sassari e i soci della sezione Avis di Alghero, presenti con il loro gazebo, accoglieranno i volontari. Dopo la donazione, non potrà mancare la consueta colazione nel bar da Ciro, locale storico del capoluogo della riviera del Corallo, dove ci si potrà rifocillare dopo un grande gesto solidale, mentre si assiste a un panorama mozzafiato.

Donare è un gesto nobile per il prossimo e se stessi – dice il presidente della sezione Avis di Alghero, Giorgio Landi, intervistato da Sardegna Live - Speriamo di arrivare almeno a 20 sacche, soprattutto perché le raccolte che abbiamo svolto durante luglio e agosto non sono purtroppo andate bene come gli anni precedenti”.

Il presidente Landi ha spiegato che il caldo soffocante che ha investito la nostra Isola durante il mese di luglio e l’aumento dei prezzi dei biglietti aerei sono stati due pesanti ostacoli per la raccolta del sangue, e ciò rappresenta un grande problema in Sardegna, dove l’emergenza causata dalla carenza del prezioso fluido si fa sentire sempre più.

"Il caldo ha scoraggiato molte persone a donare, sia per la paura di stare male, sia per la paura addirittura di muoversi da casa nelle ore più calde – prosegue Giorgio Landi – Inoltre, se gli anni precedenti venivano ad Alghero molti turisti italiani, quest’anno a causa del caro voli, sono venuti molti più turisti stranieri, che purtroppo non hanno la cultura della donazione come in Italia, dove le sezioni Avis sono grandi famiglie aperte alla solidarietà e c’è un grande scambio di amore per il prossimo”.

Inoltre, c’è il problema dei pochi giovani che donano, “Donano molto di più gli adulti oltre i 50 anni, mentre i giovani sono sempre troppo pochi, non hanno idea della carenza . Ed è per questo che bisogna continuare a sensibilizzare e far capire loro che si tratta di un gesto utile a tutta la comunità e che prima o poi chiunque potrebbe averne bisogno", conclude Giorgio Landi.