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Con l'accusa di bancarotta fraudolenta pluriaggravata, falsi in bilancio aggravati e omessi versamenti di ritenute d’acconto, la Guardia di Finanza di Olbia, su delega del Procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso, ha arrestato nuovamente Gavino Docche, il patron, amministratore di fatto e di diritto, del vasto complesso denominato 'Geovillage', tra i più importanti e conosciuti della Costa Smeralda. La attività di indagine è stata svolta, tra le altre, nei confronti di quattro diverse società, di cui tre costituite in forma di S.r.l. e una in forma di S.p.A., che si sono occupate della progettazione, realizzazione e gestione del complesso immobiliare Geovillage e segnatamente: la Geocostruzioni S.r.l., dichiarata fallita nel 2012; la Geogramma S.r.l., dichiarata fallita nel 2014; la Sviluppo Olbia S.p.A. (già Geocenter e poi Geovillage SpA), dichiarata fallita nel 2016; la Real Effegi S.r.l., dichiarata fallita nel 2021 su istanza di questa Procura.
"Significativa è la sequenza temporale dei fallimenti delle singole società che si sono succedute nella gestione del Resort", spiega il procuratore Capasso. Le quattro società "erano strettamente collegate tra loro e detenevano partecipazioni reciproche". Si tratta di un “gruppo” di società caratterizzate "da frequenti e diretti rapporti commerciali e finanziari incrociati, tutte amministrate e facenti capo al soggetto colpito da misura cautelare e a soggetti a lui legati da vincoli familiari e di intima collaborazione".
"Si evidenzia che la misura cautelare adottata si riferisce esclusivamente alla fase cautelare fatto salvo il giudizio di merito ed, eventualmente, del Giudice del Riesame", dice la Procura. Nel maggio del 2021 la Gdf aveva anche arrestato i due ex proprietari, gli imprenditori Gavino Docche e suo figlio Fabio, ai domiciliari. I due erano poi stati scarcerati. Secondo le indagini, i due avrebbero tentato di pilotare un’asta fallimentare per riprendere la gestione del complesso turistico. Con la stessa ordinanza era stato disposto anche il sequestro preventivo di beni mobili ed immobili del resort, per un valore totale di circa 60 milioni di euro, ponendo i sigilli anche a terreni, campi da calcio e tennis, un centro nuoto, un palasport, un albergo, una club house ed aree urbane ed uffici in tre diverse torri.
La stessa procura aveva poi sequestrato anche le partecipazioni che gli indagati hanno in altre società. L’operazione, denominata “Bad Village“, aveva coinvolto anche un pubblico ufficiale, direttore generale di un’associazione di enti pubblici locali, e con la mediazione di un importante professionista romano, nel tentativo di turbare l’asta fallimentare che avrebbe potuto ridargli il “Geovillage”. Oggi il nuovo colpo di scena con l'arresto del 'dominus' del mega resort della Costa Smeralda.