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Sono circa 300 i giovani sardi che avranno la possibilità di trovare occupazione nel Banco di Sardegna e quindi nel gruppo Bper, a seguito dell'accordo siglato ieri con i sindacati sul piano industriale 2019-2021 che prevede riduzione degli organici per prepensionamento. A fronte di un esodo di 600 lavoratori prossimi alla pensione da qui a cinque anni, attraverso una finestra di uscita da marzo 2020 a marzo 2021, 300 giovani verranno assunti entro il 2021. Non solo. L'intesa vincola in qualche modo l'azienda a comunicare ai sindacati qualunque trasferimento di lavorazioni che invece, prima dell'accordo, rischiavano di essere portate nella Penisola.
Per i sindacati First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil, Fabi e Unisin si tratta di un un accordo più che soddisfacente. "Il risultato più incredibile degli ultimi 15 anni - spiega all'ANSA Sergio Mura della First Cisl - Gli ultimi ingressi erano stati 21 su 450 uscite. Un risultato unitario: non stavamo difendendo dei bancari ma stavamo difendendo i giovani sardi. - aggiunge Mura - ha però pesato molto il silenzio della Fondazione di Sardegna, secondo azionista della Bper e che avrebbe potuto bloccare il piano e non l'ha fatto, e delle istituzioni: sono intervenuti in pochi".
Secondo Laura Urgeghe della Fisac Cgil, il passaggio fondamentale è "il ricambio generazionale e la tenuta delle lavorazioni il più possibile in Sardegna, o meglio il fatto di avere messo dei paletti per l'eventuale trasferimento nel triennio di vigenza del piano: siamo abbastanza soddisfatti". Anche per Urgeghe "la politica si è mossa molto tardi e solo diverse sollecitazioni da parte nostra", mentre "la Fondazione è stata silente, un po' per dovere di azionista un po' per scelta".