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Bper e Unipol hanno trovato l'accordo su Unipol Banca, che passa sotto le insegne di Modena per 220 milioni di euro. L'operazione è stata accompagnata dalla cessione, questa volta di Bper a Unipol, di un pacchetto di npl del valore lordo di 1,3 miliardi al prezzo di 130 milioni.
Le due operazioni confermano i solidi rapporti tra i due gruppi, uniti da un accordo industriale nella bancassicurazione e da un legame azionario, che Unipol rafforzerà salendo dal 15 al 20% di Bper e consolidando la sua posizione di primo socio, in un'ottica di "investitore stabile, di lungo termine".
Ma le grandi manovre dell'istituto modenese, che il 28 febbraio presenterà il nuovo piano industriale, non si fermano qui. Bper ha infatti annunciato l'acquisto del 49% del Banco di Sardegna dalla Fondazione Bds, che verrà pagato con 33 milioni di azioni (valore di mercato 107 milioni) e 180 milioni cash che verranno usati per sottoscrivere un bond subordinato che paga una cedola dell'8,75%.
La Fondazione salirà al 9,4% di Bper - con la possibilità per otto anni di arrivare al 16% convertendo il bond - consolidando il nucleo degli azionisti stabili.
“Ancora una volta vengono cancellate le nostre origini, la nostra identità, e la nostra cultura. Questa volta accade attraverso il Banco di Sardegna che fino ad oggi ha vantato una storia di profondo impegno a favore del territorio sardo, dal 1944. Ancora per poco però. Perché il suo capitale sociale, che era diviso in azioni ordinarie detenute per il 49% dalla Fondazione Banco di Sardegna e per il 51% da BPER Banca, passerà tutto nelle mani della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, in funzione del nuovo gruppo che nascerà anche dal matrimonio con Unipol Banca.
Si compie così ultimo atto del martirio della finanza isolana. Prima si è fatta sparire la Banca Di Sassari, ora si fa sparire dal portafoglio della Fondazione Banco di Sardegna il restante 49% del Banco di Sardegna. Tutto nel silenzio, o forse con l'assenso, della Giunta Regionale e nel silenzio assordante del Consiglio regionale e della politica intera, soprattutto sassarese, dove il Banco di Sardegna ha (ancora per poco) la sua direzione generale.
“L’impegno del Banco di Sardegna negli anni si è tradotto anche in numerose iniziative, temporanee o permanenti, a favore della cultura e dell’identità sarde, come ad esempio le borse di studio per progetti di ricerca e sviluppo imprenditoriale per gli studenti”, ha dichiarato il candidato della Lega Michele Pais, “un istituto che opera sul territorio con 374 sportelli, dei quali 346 in Sardegna, non può lasciare tutto ciò che è stato fatto nelle mani dell’Emilia Romagna. La Banca Popolare dell’Emilia Romagna non avrà di certo l’attenzione che è stata riservata ai sardi e alle imprese locali, in questi anni. Siamo fortemente preoccupati inoltre per i dipendenti di tutti sportelli in Sardegna, speriamo che almeno si possano mantenere i livelli occupazionali dopo la cancellazione di una parte della storia della nostra Isola con la cessione delle quote della Fondazione”.