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Poco più della metà delle famiglie sarde ha accesso alla banda ultra Larga. Solo il 53,8% della popolazione della Sardegna è servita dalla rete dati ad altissima velocità. A dirlo è un dossier dell'Ufficio studi di Confartigianato Sardegna, sulla “Copertura con connettività in banda ultra larga delle famiglie sarde”, sui dati AGCOM del dicembre 2018.
Secondo i dati, la Sardegna occupa appena il 15esimo posto nella classifica nazionale.
“Pur riconoscendo gli sforzi fatti per il potenziamento della Banda Ultra Larga per abbattere il digital divide nell’intero territorio regionale, nonostante le difficoltà legate all’orografia sarda – ha dichiarato Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – dobbiamo dire che siamo ancora troppo distanti sia dalla media nazionale, sia dalla percentuale raggiunta da altre regioni italiane”. “In un momento come questo, dove la competitività delle imprese passa anche dalla possibilità di accedere a velocità di connessione adeguate – ha aggiunto – occorre completare la realizzazione delle infrastrutture, far passare la fibra e “accenderla”, per renderla effettivamente fruibile dai cittadini e dalle imprese”.
A livello provinciale sardo, le più fortunate sono le famiglie di Cagliari, il cui territorio è coperto al 72%. Seguono quelle di Sassari (copertura al 55,9%), del Medio Campidano (55%), Carbonia-Iglesias (49%), Olbia Tempio (41,2%), Nuoro (38,6%), Oristano (32,3%). Chiude, ultima nell’Isola e a livello nazionale, l’Ogliastra con solo il 13,2% dei nuclei familiari coperti.
“La fibra è la strada migliore – ha rimarcato ancora Matzutzi – ma ci vorranno anni prima che la nostra regione sia completamente cablata. E dunque nel frattempo bisogna garantire comunque il servizio adeguato e fare il modo che la banda larga arrivi negli edifici facendo leva su tecnologie alternative al cavo. Non possiamo permetterci che la Sardegna continui a restare indietro, ed è per questo che bisogna garantire soluzioni valide”.
L’Associazione Artigiana ricorda anche “Come solo il 10% degli edifici possa dirsi “adeguatamente predisposto” per assicurare il diritto inderogabile di libertà delle persone nell’uso dei mezzi di comunicazione elettronica nonché favorire la riduzione dei costi di installazione di impianti per le comunicazioni elettroniche. Il 90% degli impianti per le comunicazioni elettroniche è (potenzialmente) soggetto ad interventi di integrazione/modifica/adeguamento nel corso della “vita” dell’edificio, con una frequenza maggiore rispetto ad ogni altro impianto. Ma nel 60% dei casi la percentuale delle “rinunce” è dovuta alla mancanza di adeguati spazi installativi”.
“Per il sistema produttivo, la Banda ultra larga significa maggiore attività e possibilità di competere sui mercati di tutto il mondo – ha concluso Matzutzi – e soprattutto, significherebbe dare risposta alla crescente richiesta di servizi Internet, portali web, software e commercio elettronico. Un mercato in espansione che, tuttavia, sconta i ritardi infrastrutturali di tutto il Paese”.