Nel primo semestre del 2017 l'attività economica in Sardegna ha continuato a crescere in misura moderata, riflettendo la ripresa della domanda estera e il rafforzarsi di quella interna. I dati dell'indagine congiunturale della Banca d'Italia indicano una debolezza degli investimenti ma con un rafforzamento atteso nel 2018. 

Nei primi sei mesi dell'anno risultano attive 143.110 imprese, +0,5% rispetto al 2016. Nell'industria il quadro è rimasto nel complesso positivo: alle difficoltà delle aziende dell'agroalimentare si è contrapposta una buona performance della chimica e del petrolifero con un vantaggio per le imprese più presenti sui mercati esteri. Nelle costruzioni la produzione ha ristagnato, a causa della debolezza del comparto delle opere pubbliche e del residenziale, anche se per il 2018 si profila una ripresa. Il turismo e i trasporti hanno beneficiato della crescita degli arrivi degli stranieri e l'attività del commercio si è irrobustita per la maggiore spesa delle famiglie. La lieve crescita dell'economia sarda non si è riflessa in un aumento dell'occupazione: -0,9% rispetto al 2016. Si è ridotto il numero dei dipendenti per effetto del calo dei lavoratori a tempo indeterminato, mentre sono aumentati gli occupati a termine e quelli autonomi. 
Si prefigura un miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro nei prossimi trimestri: il saldo tra le assunzioni e le cessazioni contrattuali dei lavoratori dipendenti è migliorato rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente. Il tasso di disoccupazione è lievemente diminuito per una riduzione dell'offerta di lavoro. Il credito ha continuato a crescere moderatamente, sospinto dai finanziamenti alle famiglie per l'acquisto di beni durevoli e di abitazioni. I prestiti alle imprese sono risultati stazionari: alla crescita nel manifatturiero e nei servizi si è contrapposta la diminuzione nelle costruzioni. Il deterioramento del credito si è ulteriormente attenuato e ha raggiunto i valori più bassi degli ultimi anni, in linea con il resto del Paese. Persistono difficoltà di rimborso per l'edilizia, mentre il tasso di deterioramento nel manifatturiero è sceso sui livelli pre-crisi.