“Base Usa e getta ma che nessuno vuole. Un disastro ambientale tutto americano sul quale si concentra tutta la vergognosa vicenda che lega il perverso rapporto Tra Stati Uniti, l’Italia e la malcapitata Sardegna. Quella base è ancora nelle mani dello Stato Italiano che deve chiedere all’amministrazione americana il pagamento di tutti i danni ambientali e non solo. Dopo la farsa Soru-Bertolaso sul pseudo passaggio dei beni dallo Stato alla Regione in occasione del G8 di La Maddalena emerge ora in tutta la sua inconsistenza la verità su quei fatti".

Lo ha dichiarato il deputato Unidos Mauro Pili dopo la risposta del governo all’interrogazione che il parlamentare sardo aveva presentato nei mesi scorsi subito dopo il blitz compiuto dal movimento Unidos nell’ex base Nato sul Limbara.

"A smentire quel passaggio, che allora denunciai essere inesistente - spiega Pili - è la risposta del governo alla mia interrogazione parlamentare dopo un blitz di Unidos in quell’area vietata. Il Ministro dell’economia scarica sulla Regione: se quell’area non è passata alla Sardegna è colpa della Regione. Lo dice a chiare lettere nel testo scritto della risposta all’interrogazione dimostrando che quell’intesa di allora era una farsa e che soprattutto non aveva tenuto in minimo conto delle reali condizioni ambientali di quella base militare sullo straordinario proscenio del Limbara. Un disastro ambientale senza precedenti che ha deturpato una delle vette più rilevanti sul piano naturalistico della Sardegna. In quella Base degli Stati Uniti d'America in terra sarda si riscontra un disastro ambientale gravissimo. Un luogo abbandonato da tutto e da tutti. Ora che è certo che quel bene è ancora nelle mani dello Stato occorre fare tutte le azioni legali per chiedere il pagamento dei danni agli Stati Uniti".

"La risposta del governo alla mia interrogazione – continua Pili - getta un’ulteriore ombra su quell’intesa di allora. Il governo, infatti, ha scritto nella risposta all’interrogazione che la regione in quell’intesa del 2009 si era impegnata a sostenere tutti gli oneri «compresi gli oneri gestionali o di eventuale bonifica». Un impegno di una gravità inaudita, un vero e proprio atto di servilismo verso lo Stato e verso gli Stati Uniti. Il fatto che non sia avvenuto il concreto trasferimento del bene riapre tutta la questione. Per questo motivo deve essere immediatamente aperta una procedura per danno ambientale e nelle prossime ore consegnerò tutto il fascicolo agli uffici Procura della Repubblica di Tempio per disastro ambientale”.

“Si tratta di un luogo deturpato e inquinato - ha detto Pili - paesaggio violentato da enormi parabole di quella che una volta fu la Base Usaf da sempre denominata impropriamente Base Nato sul Monte Limbara, un tempo potente stazione per ricerche ed elaborazioni dati ed impianti radar. Una base nata in gran segreto, fra molti omissis ed accordi mai svelati, nel 1968 come stazione radiotelegrafica ad onda lunga per poter comunicare anche con i sommergibili e la cifra che il Governo americano pagava annualmente allo Stato italiano per la locazione del sito era di cinque lire. Con l'avvento dei satelliti, la base fu abbandonata il 31 ottobre del 1993, e anziché essere restituita al comune, legittimo proprietario, passò al ministero della Difesa che l'affidò in custodia all'Aeronautica Militare che fino ad ora si è limitata ad inviare saltuariamente degli ispettori sul luogo”.

“Ora il disastro deve essere rimediato senza se e senza ma. Chi ha inquinato e devastato deve pagare i danni. Questa vicenda – ha detto Pili – dimostra ancora una volta l’atteggiamento dello Stato verso la Sardegna che , anche con la complicità delle istituzioni sarde, finisce per distruggere il territorio utilizzato per le basi militari, in questo caso dagli americani, e poi lo scarica devastato sulla Sardegna e sui sardi. Tutto questo è inaccettabile e noi combatteremo questo scandalo”.