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La presenza di Escherichia coli mette a rischio la produzione di cozze nel Golfo di Olbia: un'ordinanza del sindaco vieta la raccolta e la vendita di molluschi coltivati nello specchio d'acqua della zona sud del Golfo, nell'area compresa fra l'Isola del Cavallo, le foci del Padrongianus e lo Scoglio di Mezzocammino. Uno stop temporaneo per migliaia di quintali di prodotto che, se si prolungherà nel tempo, rischia di mettere in ginocchio le circa 20 aziende che fanno parte Consorzio Molluschicoltori di Olbia.
Le analisi effettuate su 3 campioni di molluschi dal Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene allevamenti e produzioni zootecniche dell'Assl di Olbia, hanno evidenziato la non conformità del prodotto per la presenza, appunto, del batterio. Con il rapporto sulla salubrità dei molluschi del 10 ottobre, redatto dall'IZS, è stata chiesta espressamente, "l'adozione di un ordinanza temporanea a carattere cautelativo ed urgente di divieto di raccolta e di immissione al consumo umano diretto di mitili. Esemplari non conformi alla classe di tipo 2B, provenienti dalla zona succitata, in concessione al Consorzio Molluschicoltori di Olbia".
Consorzio che, ritenendosi danneggiato dall'inquinamento delle acque, passa al contrattacco, annunciando un esposto in procura "affinché siano individuati i responsabili di questo inquinamento". "Non possiamo essere vittime di un inquinamento di terzi. Per noi è un danno enorme, sia di immagine sia dal punto di vista produttivo", dice il presidente del Consorzio, Mauro Monaco. Le cozze coltivate in questo periodo nel Golfo di Olbia sono state acquistate da tre diversi produttori, fuori dall'Italia: "Il fatto che in tutti e tre i campioni, prelevati in punti diversi, sia stata riscontrata la non conformità per gli stessi parametri, significa che il prodotto che noi abbiamo immesso in acqua sano, è stato inquinato qui nel golfo", conclude Monaco.