Hanno avuto l’idea un anno fa e lo hanno fatto davvero. Due giovani sardi, Giuseppe Basciu e Davide Farci, hanno raggiunto la punta di Cala Goloritze, a Baunei, e poi hanno piazzato una tenda da arrampicata dove hanno trascorso la notte ad alta quota.

Il video è da brividi:

IL RACCONTO. “Un anno fa succedeva che avevo la fortuna di conoscere Davide Farci – scrive su Facebook Giuseppe Basciu -. Tra una chiacchera e l'altra gli condivido l'idea che avevo da un pezzo di investire qualche soldo per comprare una tenda da arrampicata (portaledge) per dormire sull'Aguglia di Cala Goloritzé. Si mostra subito entusiasta all'idea e pianifichiamo per l'anno seguente di realizzare quest'avventura. Ma arriva il coronavirus, e così i miei piani di tornare in Italia e in Sardegna per il 2020 iniziano a sfumare: della possibilità di realizzare la nostra avventura non ne parliamo più per un pezzo e finisce nel dimenticatoio, mentre io resto bloccato in Colombia. Fino a che, un po' per una finestra temporale corretta, un po' per allineamenti astrali, non riesco a rientrare in Sardegna a fine agosto. Ci vuole poco per riaccendere un'idea e basta rincontrare Davide per far rinascere la possibilità. Il problema è il tempo, devo ordinare il portaledge, iniziamo a guardare online: tutti quelli che troviamo sono sold out o non disponibili al momento. Comincio a pensare che non sia possibile tanto che si ventila la possibilità di rimandare l'impresa di un ulteriore anno. E invece no, mi imbatto in un sito di una piccola ditta inglese che produce portaledge da alpinismo e da big wall. Li chiamo al telefono, mi dicono che non riescono a produrne uno in meno di un mese. Dopo un paio di minuti al telefono però mi propongono l'acquisto di uno che usano per esposizioni che hanno usato già un paio di volte. Il prezzo è scontato in ogni caso. Accetto subito e procedo al pagamento”.

“Il sabato stesso di quella settimana partiamo, macchina carica, provviste e si viaggia alla volta di Baunei. Non avevamo calcolato i tempi però, tirare su il portaledge con un paranco semplice risulta un'impresa e, avendo iniziato a scalare alle 3 del pomeriggio, i tempi risultano stretti se lo tiri su a 10 centimetri al minuto (dobbiamo fare 140 metri di via d'arrampicata!). Siamo ancora alla prima catena delle cinque che dobbiamo raggiungere di Punta Caroddi e inizia già a imbrunire. Ci guardiamo l'un l'altro e decidiamo di gettare la spugna questa volta, si dorme alla prima catena. Sempre meglio di nulla, testiamo il portaledge sul campo e la prossima volta verremo con un sistema di parancaggio serio. Ma soprattutto faremo dalla mattina presto. Incrociamo le dita, siamo a ottobre in Sardegna e il tempo atmosferico è altamente variabile! Inoltre, io ho già i biglietti per Tenerife e devo quindi lasciare la Sardegna il 24 di Ottobre. Non abbiamo molti fine settimana rimasti, solo uno. Sta volta zero scemenze”.

“Alle 9:30 del mattino iniziamo ad arrampicare, 3 arrampicatori ci precedevano e abbiamo dovuto aspettare. Iniziamo la lenta e inesorabile salita. Arriviamo alla seconda catena, Davide fa per darmi uno snack, e nel girarsi cade lo zaino aperto con il paranco e il suo portafogli. Non ci disperiamo, calo Davide fino a terra, recupera tutto e con una velocità degna di uno speed climber professionista risale i primi due tiri. Continuiamo la nostra salita, la fatica inizia a farsi sentire, io sto tirando su lo zaino con tutte le provviste, acqua e sacchi a pelo e Davide tira su il portaledge che non è di certo un peso piuma. Sta iniziando a imbrunire, ma siamo già alla quarta catena. Dando un ultimo colpo di reni Davide fa il quinto e ultimo tiro dell'aguglia arrivando in cima subito prima che cali l'oscurità. Siamo salvi, con la luce frontale posso salire l'ultimo tiro e facendo appello alle nostre ultime energie montiamo il portaledge. 

Sta soffiando un vento gelido fortissimo: così non si dorme neanche se col sacco a pelo. Decidiamo quindi di montare il telo antivento sul portaledge. Molto meglio, clima decisamente meno patagonico. Due lattine di ichnusa per brindare, una cena rapida e ci accostiamo a dormire il più in fretta che possiamo.

La mattina dopo ammiri il paesaggio e pensi che forse, tutta questa fatica, sia valsa la pena”.