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Non solo bustoni pieni zeppi di rifiuti organici, mischiati a vetro, plastica e tanto altro, ma anche estratti conto, bollette Enel, certificati di esenzioni ticket sanitario, oltre a materiale ingombrante, vecchi mobili, pneumatici usurati, rifiuti soprattutto pericolosi, che, per essere smaltiti, devono essere conferiti nelle discariche autorizzate e non all’aria aperta, in periferia. Accade nel vasto territorio di San Sperate, nelle strade ‘vicinali’ accanto agli innesti delle Provinciali e della statale 131, dove per i maleducati e gli incivili sono le mete ambite per disfarsi davvero di tutto.
Capita però, che chi “mette le mani” tra i rifiuti, come accade per le vigilesse degli uffici di via Sassari, sede del palazzo comunale, insieme alla loro Comandante, Josè Simbula, si imbatta in prove cosiddette schiaccianti: documenti personali con tanto di nominativo, rintracciabili, ai quali arriveranno le sanzioni di 500 euro, così come deciso dal regolamento comunale della Giunta, per “l’abbandono indiscriminato ed incontrollato di rifiuti”. Nelle montagne delle piccole e grandi discariche, ubicate come detto soprattutto in periferia, anche una bambola gonfiabile: ma c’è davvero di tutto nel report fotografico preparato dal Comando di Polizia Locale.
E il bilancio è presto fatto: una decina - nel giro di qualche settimana di servizi ripresi nel post lockdown - le multe comminate a persone e automobilisti non solo residenti a San Sperate ma anche nei comuni limitrofi, persino cittadini di etnia rom che abitualmente buttano i rifiuti e poi appiccano i roghi, con conseguenze immaginabili. Tra i casi più disparati, le vigilesse hanno anche beccato alcuni incivili che buttano gli scontrini della spesa: attraverso indagini specifiche e risalendo anche al punto vendita, (col numero della tessera fedeltà), è stato anche possibile rintracciare lo sporcaccione di turno, avvezzo a lasciare i bustoni di sporcizia in campagna senza aver differenziato e conferito i rifiuti.
Da qualche tempo, i sopralluoghi ispettivi compiuti dagli agenti, sono stati supportati anche dal posizionamento delle foto-trappole, in grado di riprendere le azioni illegali di chi inquina e si disfa della spazzatura creando un enorme danno ambientale, oltre che di immagine e decoro.
Dal Municipio
Soddisfatto ma al tempo stesso amareggiato per il comportamento dei menefreghisti dell’ambiente, il sindaco di San Sperate, Enrico Collu: “Gli Enti Locali a causa dei tagli a risorse umane ed economiche – dice - sono in enorme difficoltà. Le politiche del risparmio, dei vari Governi che si son succeduti, hanno pensato bene nel cercare di far fronte ai tagli richiesti dall'Europa di individuare in loro i polli da spennare. La conseguenza la pagano i cittadini in termini di servizi. Se prendiamo San Sperate come esempio, ma lo stesso ragionamento potremmo farlo per qualsiasi altro paese, i vigili necessari per far fronte a tutte le problematiche e le attività dovrebbero essere, per avere un servizio decente, almeno dieci. Attualmente il nostro organico consta di due vigilesse più la responsabile che, però, come tale ha in carico e deve seguire anche l'ufficio anagrafe, elettorale e altro. È quindi chiaro che far fronte a un fenomeno, che sta diventando sempre più aggressivo e capillare ovunque, è una lotta impari. Questo però – sottolinea bene Enrico Collu - non ci deve far rassegnare, non ci deve fermare, non deve diventare una scusa del "non ci possiamo fare nulla". Non è nel mio e nel nostro carattere arrendersi.
E così con pazienza abbiamo cercato soluzioni insieme ai nostri collaboratori, un sistema che ci consentisse di far sentire la nostra presenza, dare la percezione e un segnale chiaro e forte che siamo pochi ma, ci siamo. L'utilizzo delle video - trappole e, ahimé, frugare nell'immondizia, anche questo facciamo, ci è sembrata la strategia che, nelle condizioni in cui ci troviamo, poteva essere l'arma più efficace per combattere i caddozzi. Non possiamo controllare tutto il territorio in una volta, ma possiamo farlo a campione. Nessuno sa quale è il punto dove sistemeremo l'aggeggio, nessuno sa quando.
Questa strategia inizia dare i primi risultati con le persone colte in flagrante in crescita e, cari signori che buttate alliga nelle nostre campagne, se inizia a fremervi il c*** - afferma stizzito il sindaco - avete ragione, potremmo avervi fatto un bel filmato o ve lo faremo. Chiedo comunque che la cittadinanza si mobiliti e dia una mano, non c'è bisogno di azioni di giustizia sommaria ma, di attenzione. I dettagli che alcuni cittadini ci hanno fornito, in modo totalmente anonimo, ci hanno infatti aiutato a risalire ad altri caddozzoni e senza videotrappole. La vita del caddozzo (sporcaccione, n.d.r.) – conclude il primo citatdino speratino, Enrico Collu - inizia a diventare un po più dura, tallastima (ben fatto, n.d.r.)”.