Lo teneva stretto, all'uscita del teso vertice con i parlamentari del Pdl sulla crisi di governo. Per ciò quel dizionario Italiano-Sardo nelle mani di Silvio Berlusconi non è passato inosservato.

Non si è riusciti però a capire perché il Cavaliere lo portasse con sé. Una lettura distensiva? Il regalo di un deputato della Sardegna? Uno strumento utile per intendersi con i fornitori o i custodi di Villa Certosa in vista di un cambio di residenza?

Tra falchi, pitonesse, colombe, ministri semi-dimessi, esponenti diversamente berlusconiani, sottosegretari recalcitranti alle dimissioni, forse il capo cercava dal dizionario una risposta alla confusione regnante nel partito, riassumibile col proverbio sardo "Chentu concas, chentu berrittas": cento teste, cento opinioni diverse (Ansa)