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Un chilo e mezzo di esplosivo che solo per un caso non è esploso. La miccia infatti si è spenta, e l'attentato, che avrebbe dovuto far saltare il cancello della casa della commissaria della Asl di Lanusei, Grazia Cattina, in via delle Sorgenti a Ilbono, è fallito.
L'ordigno, composto da un tubo innocenti lungo 30 centimetri, è stato posizionato davanti all'abitazione della donna, alla periferia del paese, ieri all'imbrunire, in un orario dove la via è ancora molto trafficata e se fosse esploso avrebbe potuto far male.
I carabinieri della Compagnia di Lanusei indagano sull'accaduto e attendono gli accertamenti degli artificieri del comando provinciale di Nuoro giunti in Ogliastra ieri notte. Saranno loro a dire per quale motivo la bomba non è esplosa: se per un difetto di confezionamento o perché voleva essere solo un avvertimento. A notare l'ordigno è stato il marito della dottoressa Cattina, Bruno Contu, primario dell'unità operativa di Nefrologia e dialisi all'ospedale di Lanusei, mentre usciva di casa intorno alle 18.30. La donna invece era fuori da qualche ora.
I due coniugi, professionisti molto conosciuti in Ogliastra, sono già stati sentiti dai militari che cercano di dare un nome e un volto ai responsabili dell'intimidazione. Grazia Cattina, 56 anni, originaria di Ozieri (Sassari), è diventata commissaria dell'azienda sanitaria ogliastrina lo scorso agosto, prima di allora ha ricoperto il ruolo di direttore sanitario della Asl n.4 di Lanusei.
Ed è proprio attorno al ruolo professionale della donna che scavano in queste ore i Carabinieri, coordinati dalla Procura di Lanusei, che in nottata hanno ascoltato sia lei che il marito e hanno setacciato la zona alla ricerca di qualche elemento utile alle indagini.