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C’è stato un tripudio di colori sei giorni fa a Borutta, in occasione del 4 Novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Sotto un cielo azzurro e qualche nuvola bianca, leggera e soave che sembrava guardare dall’alto con discrezione e partecipare alla festa, lo sventolio delle bandierine tricolori allegro e gioioso era quello dei bambini delle scuole primarie dell’Istituto comprensivo di Borutta, Thiesi, Torralba e Banari.
Gli stessi bambini che durante la presentazione del libro “Nassiriya Andata e Ritorno” di Gian Marco Carboni, avevano appena ascoltato, con grande attenzione e trasporto - prima di ritrovarsi alle 11:00 in punto davanti al Monumento dei Caduti - le parole coinvolgenti e pregnanti di umanità dell’autore, già Ufficiale medico della Brigata “Sassari”, Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito conferitagli a seguito della strage di Nassiriya, dove nell’immediatezza dell’attentato (il 12 novembre del 2003), come si legge nella motivazione dell’Onorificenza, <<…chiamato a prestare urgente soccorso ai feriti nell'attentato del 12 novembre 2003, interveniva prontamente con elevato coraggio e sprezzo della propria incolumità nonostante la situazione di pericolo concreto per l'esplosione di colpi d'arma da fuoco provenienti dalla riservetta munizioni ….>>.
Con la stessa partecipazione è stato accolto, in un elegante quanto sobrio auditorium, il saluto del Sindaco di Borutta, Silvano Arru, e l’intervento del Colonnello Luciano Sechi, studioso di storia militare e autore “Dimonios”, alla presenza, oltre alle scolaresche, di Autorità militari, civili, religiose e comuni cittadini. Ma la vera sorpresa sono stati loro, i bambini, e proprio con l’Inno della Brigata “Sassari”.
Perfettamente disposti davanti al pubblico, felici e sorridenti, hanno cantato “Dimonios” con voce gioiosa, forte e chiara e piglio deciso, diretti dalla loro insegnante alla chitarra Simonetta Sogos e accompagnati dal suono delle launeddas di Dante Tangianu e del sassofono di Francesco Pes.
Al termine della presentazione del libro, si è formato il corteo, sobrio e solenne, per raggiungere il Monumento ai Caduti, preceduto dalle scolaresche con le loro insegnanti e la dirigente scolastica Federica Cappai. A seguire una vigilessa in alta uniforme quale alfiere del Gonfalone comunale, i rappresentanti della giunta, le Bandiere dell’associazione e reduci di Borutta e Magomadas, la Corona d’Alloro scortata dai carabinieri anch’essi in alta uniforme, il Sindaco di Borutta, la Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito Gian Marco Carboni, il parroco don Salvatore Serra, il padre guardiano Salvatore Sanna di Santa Maria di Betlem e altre autorità civili e militari.
Durante il breve percorso, con continuo sventolio delle bandierine tricolori, si è nuovamente levata nell’aria luminosa la voce di tutti i bambini con l’Inno della nostra Brigata. Il tutto, in un quadro ricco di suggestioni profonde che, in un solo momento, hanno toccato tutte le corde dell’animo umano, dei bambini e degli adulti.
Giunti davanti al Monumento dei Caduti – che è sorretto da un esemplare di nuraghe di dimensioni contenute, ma dalla forza simbolica poderosa, e che sembra innalzarsi e stagliarsi nell’azzurro del cielo - il sentimento di raccoglimento e preghiera ha creato, improvvisamente, un’atmosfera di rispetto intimo quanto solenne, nonché di profonda gratitudine verso i giovani miliari di Borutta morti sul fronte della Grande Guerra. La deposizione della Corona d’Alloro, le note dell’Inno nazionale e del Piave hanno rappresentato i momenti più toccanti della cerimonia.
Significative le parole del Sindaco Silvano Arru durante il suo intervento davanti al Monumento ai Caduti e, in particolare, quelle rivolte ai bambini: <<Hanno capito l’importanza di questa giornata e quale sia stato il sacrificio dei nostri nonni>>.
Quante generazioni di bambini, dalla prima volta della sua istituzione, nel 1919, hanno vissuto la Giornata del 4 Novembre per celebrare l’Unità Nazionale e delle Forze Armate! Bambini che, una classe di leva dopo l’altra, sono anche quelli che la mattina di sei giorni fa, a Borutta, hanno detto ai propri genitori, con la voce che forte e chiara con cui hanno cantato l’Inno della Brigata “Sassari”, che sono pronti a raccogliere i profondi valori che gli stessi genitori a loro volta hanno ereditato dai propri familiari.
Valori di libertà e giustizia, di solidarietà e amicizia. Tutte parole-chiave che costituiscono l’architrave di ogni democrazia. Per raggiungere la quale, il percorso e sempre lungo e mai sufficientemente compiuto, complice, spesso, lo stesso Uomo, capace allo stesso tempo di costruire e di distruggere.
Eppure, in rispetto dei diritti umani, il bene deve prevalere sul male, deve vincere lo scontro, costi quello che costi. Ne conoscono il prezzo, quello estremo, i nostri combattenti di tutte le guerre, che pur di difendere o riconquistare i confini della Patria hanno lottato e sacrificato persino la loro vita per raggiungere un solo scopo: consegnare all’Italia l’autonomia e l’indipendenza del proprio popolo.
Così come ne conoscono il prezzo tutti i martiri del nostro Paese che sono eroicamente caduti sotto i colpi degli attentatori ai valori della libertà, della giustizia e della democrazia. Oggi, se possiamo vantare un grado di libertà individuale e collettiva superiore al passato, una giustizia più giusta e una società più solidale, lo dobbiamo a tutti coloro che hanno combattuto, “con coraggio e sprezzo della propria incolumità”, per riportare le parole di cui alla motivazione della Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito Gian Marco Carboni. Quel Gian Marco che oggi, a Borutta, davanti ai nomi dei Caduti incisi su una lapide bianca illuminata dalla speranza e scanditi uno dopo l’altro dalla voce altrettanto bianca e innocente dei bambini, non ha potuto nascondere la sua profonda commozione.
I morti per la Patria
I morti per la Patria
sono come degli alberi le foglie
che con eterno rumore
il vento porta lontano
attraverso banchi di nuvole
sulla neve silenziosa
per andare oltre
i ricordi confusi
oltre i rimpianti
e i pentimenti
oltre i fiumi di parole
e sprofondare nella terra
rifiorire
e insieme fruttificare
in ogni stagione.