Ha suscitato numerose polemiche il post di Flavio Briatore, che sulla sua pagina Facebook ha pubblicato un impietoso confronto fra il traffico aereo in Sardegna e quello nelle Baleari.

Dalle grafiche proposte emerge come lo sciame di aerei che sorvola le isole spagnole lasci spazio a una manciata di velivoli sui cieli della Sardegna.

Ma il popolo del web è insorto difendendo il valore del turismo di nicchia e della natura incontaminata. Un notevole incremento dei voli e del numero dei visitatori, dicono in tanti, porterebbe a una disastrosa cementificazione delle coste, la costruzione di nuovi edifici che deturperebbero i paesaggi e gli ambienti selvaggi di un’Isola che ha saputo conservarsi.

E' proprio questo il terreno di “scontro” fra il patron del Billionaire, che abbiamo raggiunto telefonicamente, e chi lo contesta.

“Chi nei commenti dice di non volere il turismo di Ibiza – commenta Briatore –, a Ibiza non ci è mai stato. Se lì ci sono 70 barche, a Cala di Volpe ce ne sono due”.

E poi si interroga: “Che turismo vogliamo avere in Sardegna? Stamattina sono andato a Saint-Tropez, per vedere una spiaggia sulla quale investire il prossimo anno, ed era pieno. A Montecarlo abbiamo i ristoranti pieni e le spiagge piene. E poi la gente dice: non vogliamo quel tipo di turismo, allora mi spieghino che turismo vogliono”.

La chiave di lettura dell’imprenditore è chiara, all’origine del problema sta la mancanza di programmazione. “Si parla di allungare la stagione – spiega –, ma la stagione non è un elastico che lo allunghi perché apre il Billionaire o il Cavalli. Bisogna avere alberghi, posti letto, un centro congressi da almeno duemila posti e solo allora puoi creare eventi ed entrare nel grande mercato dei congressi come fanno a Montecarlo, Ibiza e le Baleari. La stagione si allunga così. Ma noi non abbiamo contatti con nessun Paese, non abbiamo la nostra compagnia aerea che vola da e per la Sardegna, ci sono molti meno voli rispetto all’anno scorso. Io parlo della Costa Smeralda che è il posto che conosco meglio, ma è ovvio che se porti la gente in costa poi puoi reindirizzarla anche verso l’interno dell’isola”.

E ancora: “Siamo sempre al punto zero, non si fa nulla, non c’è programma, manca una visione”. Quello di Briatore non è un discorso indirizzato solo all’alta politica: “Bisogna cominciare a parlarne anche a livello comunale, dialogare con gli investitori che potrebbero portare qualcosa al territorio. A Saint-Tropez ci sono cucine da cento metri quadri, in Sardegna le cucine sono di quattordici metri quadri. Non mettiamo neanche gli operatori in condizione di poter lavorare bene. E’ come se noi i turisti non li consideriamo portatori di benessere ma portatori di fastidi”.

E sulla polemica suscitata dalle sue parole sul web commenta: “Io commento cose che conosco perché viaggio ed essendo sul mercato vedo cosa succede nel mondo. Il 90% di chi mi critica non è mai uscito dalla Sardegna. Dubai era un pezzo di deserto, oggi fa 43 milioni di visitatori. Tutto il mondo è collegato con Dubai grazie a Emirates che ne è stata ambasciatrice e trovi alberghi per le varie tasche. Quando diciamo che la Sardegna è bellissima dobbiamo considerare che nel mondo ci sono tanti altri posti bellissimi, ormai la gente non va a fare la vacanza per trovare un posto bellissimo, ma conta sul fatto di trovare degli amici, dei prezzi adeguati alla vacanza. In Sardegna è difficile arrivare, basti pensare che gli orari degli aerei sono tutti sballati”.

Rischio di cementificazione massiccia sulle coste? Anche su questo fronte il manager ha le idee chiare: “Sono d’accordo col preservare la costa e la natura. Non sono favorevole al turismo delle ville, che non porta benessere ma, ripeto, bisogna puntare sugli alberghi. Bisogna costruirne di nuovi e rinnovare i vecchi e trovare un modo per superare tutte quelle clausole presenti oggi. E’ assurdo vedere come manchino parcheggi nelle spiagge. Non si vedono altro che vigili impegnati a far multe. Insomma, vogliamo tenere i turisti ma allo stesso tempo li meniamo continuamente. I parcheggi sono pieni, parcheggi l’auto fuori e ti multano. Ma se i parcheggi non ci sono non è che la macchina puoi mettertela in tasca”.

“La Sardegna – conclude – è una destinazione favolosa. Sono certo che le aziende e case automobilistiche, specie del nord Europa, piuttosto che programmare i loro eventi a Montecarlo preferirebbero investire su quest’Isola. Ma finché non li si metterà nelle condizioni di farlo sarà davvero difficile invertire questo trend”.