PHOTO
“E’ sconcertante il contenuto della replica dei vertici dell’azienda ospedaliera “Giuseppe Brotzu” alle problematiche segnalate dai pazienti del “Businco” relativamente alla qualità dei pasti e dell’assenza di un punto di ristoro da oltre due anni. E’ evidente che si propone una risposta burocratica ai disagi di chi vive una condizione di particolare fragilità. Che sia stata ereditata una situazione difficile e insoddisfacente per i pazienti è fuori dubbio, ma l’accorpamento del “Microcitemico” e dell’Oncologico Businco all’Azienda Ospedaliera è stato fatto nel 2015 proprio per razionalizzare e potenziare l’organizzazione, umanizzando i servizi, promuovendo ricerca scientifica e realizzando un polo regionale di riferimento per l’oncologia. Sono passati quasi 4 anni ma la riforma finalizzata a migliorare la qualità della sanità sarda appare particolarmente deficitaria e non solo per i pasti e il bar”. Esprimono “profonda delusione per quanto dichiarato alla stampa dai vertici dell’AOB”.
Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, e Giorgio Vargiu, responsabile regionale dell’Adiconsum, che hanno fatto propri il disagio di centinai di persone costrette in molti casi a “chiedere ai familiari di provvedere ai pasti”.
“Non può essere la distanza tra il confezionamento dei pasti e la distribuzione nelle camere di degenza a determinare “qualche disagio” ai pazienti ricoverati che aspettano – evidenziano Caligaris e Vargiu – di trovare nei piatti cibo appetibile e qualitativamente apprezzabile. Il problema è a monte riguarda proprio la cura dei pasti che comunque non possono arrivare freddi e talvolta maleodoranti. Per quanto riguarda il bar – in questi mesi abbiamo registrato continui rimandi. Di mese in mese sta passando un altro anno e di concreto ancora niente. Aspetteremo anche maggio con la speranza che sia la volta buona. I problemi dell’Oncologico però purtroppo sono ancora tanti e irrisolti”.
“Lunghe liste d’attesa per interventi al seno e/o ginecologici dovute anche al personale insufficiente e alla indisponibilità spesso delle Sale Operatorie, talvolta per emergenze che dovrebbero trovare lo spazio opportuno senza impedire gli interventi chirurgici programmati. Le sedute di chemioterapia si protraggono fino a tarda sera con pazienti arrivate talvolta all’alba. Manca un’équipe psico-sociale. Ci aspettiamo ora al nuovo Esecutivo – concludono Caligaris e Vargiu – fare interventi immediati che concretamente migliorino la qualità della sanità e offrano garanzie a chi vive con sofferenza l’esperienza di una malattia insidiosa per l’equilibrio personale e della famiglia”.