Il sindaco di Cabras, Andrea Abis, ha parlato questa mattina davanti alle decine di persone radunatesi all'ingresso del museo dei Giganti di Mont'e Prama. "Mont'e Prama siamo noi", ha affermato il primo cittadino, che ha motivato le ragioni di questa protesta per il trasferimento, il 25 febbraio, di alcune statue nel laboratorio della Soprintendenza a Cagliari per un restauro che invece cittadini e istituzioni territoriali vorrebbero fosse effettuato in loco. 

Un flash mob organizzato con tanto di mascherine con l'effigie dei reperti. Lenzuola bianche appese ai balconi, striscioni e una colonna sonora ritmata dal suono dei tamburi. "Indipendentemente dall'appartenenza di questi reperti, il più importante ritrovamento degli ultimi duecento anni in area mediterranea - ha detto il Abis -, questi tesori rappresentano la storia e la tradizione dei posti dove sono stati trovati. E rappresentano una possibilità di sviluppo di tutto il territorio". 

Cabras ha visto solidariamente stringersi attorno all'iniziativa anche i sindaci dei Comuni vicini. La manifestazione si è aperta con la mostra dei lavori delle scuole di Cabras sul tema dei Giganti. Anche sui quotidiani di oggi sono apparse pagine a pagamento di aziende agricole a sostegno della battaglia. In settimana la soprintendente Maura Picciau, recatosi a Cabras per un sopralluogo, aveva trovato il museo chiuso da un'ordinanza del sindaco Abis, per ragioni di sicurezza. 

Mentre i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale hanno acquisito tutti gli atti dello scontro tra Comune e Soprintendenza, il caso è approdato in Parlamento con diversi appelli al confermato ministro Franceschini. Nel frattempo la petizione online creata a favore del restauro delle Statue di Mont'e Prama a Cabras ha già superato le 5mila firme e viaggia spedita verso il prossimo traguardo, quello delle 7.500 sottoscrizioni.