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Sono 76 le nasse sequestrate nella mattinata di oggi, 14 aprile, all’interno della zona “C” di riserva parziale dell’Area Marina Protetta “Penisola del Sinis - Isola di Maldiventre”. Il ritrovamento, come riferito dalla Capitaneria di Porto oristanese, è avvenuto all’interno del Golfo di Oristano a pochi passi dalla zona delle rovine della città punico-romana di Tharros, in un’area di grande pregio storico e archeologico oltre che naturalistico.
L’attività è stata svolta dal personale del 4° Nucleo Operatori Subacquei Guardia Costiera di Cagliari in collaborazione con il personale militare della Capitaneria di Porto di Oristano impiegato a bordo della motovedetta CP 893. I sommozzatori della Guardia Costiera, impegnati in attività di controllo ambientale disposta dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, nell’ambito di apposita convenzione stipulata con il Ministero della Transizione Ecologica, avrebbero individuato, in un fondale compreso tra i 3 e i 5 metri di profondità, le nasse cilindriche con armatura in ferro e plastica che risultavano collegate tra loro.
Al loro interno, una volta individuate e trasportate a bordo, i militari hanno rinvenuto un’ingente quantità di pescato, tra cui diverse specie di gronghi, polpi e murene, ma anche pesci di piccola taglia, ancora in vita e pertanto prontamente reimmessi nel loro habitat naturale, il mare.
Agli uomini della Capitaneria, coordinati dal Comandante Matteo Gragnani ed impegnati quotidianamente nelle attività di controllo e sorveglianza dell’Area marina protetta della Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre, spetta ora il difficile compito di individuare i responsabili dell’attività illegale severamente proibita dalle norme nazionali in materia di aree marine protette.