L'autogestita Fundales di Orgosolo si mobilita contro le nuove disposizioni della Regione in materia venatoria, contenute nel programma per l'eradicazione della peste suina africana, e si dà appuntamento domenica 6 dicembre nella zona di Pratobello, dove invita alla manifestazione tutti i cacciatori che gravitano nelle zone infette.

Le cinque compagnie dell'autogestita di Orgosolo protestano per i troppi vincoli e per i rilevanti costi economici a loro carico contenuti nelle nuove disposizioni.

"Un onere - denunciano - che si abbatte ingiustamente su chi ha sempre dimostrato collaborazione con le istituzioni nei confronti delle problematiche della peste suina africana. Riteniamo di non poter aderire alla collaborazione richiesta, non solo perché troppo gravosa dal punto di vista del tempo e dei costi, ma anche pericolosa per i risvolti penali a cui si può andare incontro".

"Nel provvedimento - spiegano - è prevista la distruzione dei capi da noi catturati che risultino positivi alla Psa. Ma sappiamo che i cinghiali infetti non arrecano danni all'uomo, perché allora distruggerli? Restare a mani vuote dopo una giornata di caccia è motivo di disaffezione all'attività venatoria".

"Inoltre il responsabile della compagnia, per cui sono previsti corsi di formazione ad hoc, ha l'obbligo di prelevare e consegnare sangue e organi dell'animale catturato all'Istituto Zooprofilatico. Non solo, lui e tutti i componenti della compagnia devono usare disinfettanti idonei per ogni operazione di macelleria. Bisogna anche dotarsi di una fossa che rientri nei parametri dati dalla normativa per smaltire pelli e interiora. Insomma una spensierata giornata di caccia viene trasformata in una giornata di lavoro per la quale anziché essere retribuiti si viene penalizzati e vessati".