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Controlli sulla corretta percezione del reddito di e sulla corretta osservanza delle disposizioni giuslavoristiche da parte dei datori di lavoro: questi i due ulteriori asset di polizia economico finanziaria su cui le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Cagliari hanno incentrato i propri sforzi, mirati, da un lato, ad evitare che le risorse pubbliche appositamente stanziate dalla macchina statale vengano illecitamente percepite da chi non ne ha bisogno, e, dall’altro, a verificare che chi presta la propria attività lavorativa, la svolga nel pieno rispetto delle norme sia a tutela delle condizioni di salute che di rapporto contributivo.
Sul primo fronte, i Finanzieri, in sinergia e collaborazione con l’INPS, hanno sottoposto a verifica le condizioni legittimanti la fruizione del “Reddito di Cittadinanza” in capo ai soggetti beneficiari: la base di partenza per i controlli in materia di reddito di cittadinanza è stato lo sviluppo delle diverse informazioni acquisite quotidianamente a seguito sia dell’attività di controllo del territorio che delle risultanze delle diverse attività di servizio, nonché anche grazie alla stretta sinergia ed allo scambio informativo con l’I.N.P.S.
La metodologia operativa adottata nei controlli effettuati nel campo dell’erogazione di questa pubblica provvidenza si sostanzia nel confronto tra le autodichiarazioni prodotte dai richiedenti con le informazioni emergenti dall’analisi degli stati di famiglia, in cui trova indicazione la reale composizione del nucleo familiare.
Gli esiti dei controlli hanno consentito la rilevazione di 80 posizioni irregolari dislocate in numerosi comuni di tutto il territorio della provincia, con conseguente indebita percezione del reddito di cittadinanza, poiché i soggetti in argomento sono risultati essere privi dei requisiti necessari previsti dalla normativa vigente.
Durante le attività ispettive, le tipologie di illecito riscontrate sono state diversificate. In alcune circostanze, la causa della illegittima fruizione del beneficio è stata rappresentata dalla mancanza del requisito della cittadinanza: difatti la specifica norma prevede che il richiedente il particolare sussidio debba essere residente in Italia da almeno 10 anni e che lo sia continuativamente negli ultimi due anni.
In altri casi, invece, l’irregolarità è stata legata all’omissione, nella dichiarazione sostitutiva unica, di informazioni reddituali rilevanti - – quali redditi percepiti e disponibilità immobiliari - le quali, se correttamente indicate, avrebbero posto i richiedenti al di fuori dei limiti previsti per l’ammissione all’istituto benefico in parola.
In altre occasioni, gli approfondimenti esperiti hanno consentito di rilevare una non corretta presentazione dell’istanza per accedere al Reddito di Cittadinanza, in quanto nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) - necessaria per l’ottenimento dell’attestazione ISEE – gli interessati non hanno fornito le complete informazioni sulla propria posizione reddituale avendo omesso di indicare gli importi relativi alle vincite derivanti dal gioco on line.
Le irregolarità accertate hanno portato alla segnalazione dei responsabili alla locale Autorità Giudiziaria oltre che all’INPS per la sospensione del beneficio e la restituzione delle somme indebitamente percepite, ammontanti, complessivamente, a 573.942 euro.
Tali difformità, in alcuni casi, si sono sovrapposte ad altre di natura giuslavoristica, allorquando è emerso che alcune posizioni, nel medesimo contesto, percepissero il reddito di cittadinanza e lavorassero in nero.
Riguardo questo ultimo fenomeno, al netto delle sopracitate coincidenze, il lavoro della Guardia di Finanza è indirizzato a verificare che tanto dal lato contributivo, quanto e soprattutto da quello della tutela del lavoratore, le prestazioni professionali siano eseguite nel pieno rispetto delle regole: l’osservanza dell’intero corpus normativo a disciplina del settore, infatti, contribuisce tanto a garantire un futuro contributivo al lavoratore – oltre che ad assicurare il rispetto dei doveri tributari da parte del datore di lavoro – ma anche a preservare lo stesso da conseguenze negative correlate ad eventuali infortuni sul lavoro.
In questo contesto, nell’ultimo periodo, le Fiamme Gialle cagliaritane hanno riscontrato 24 lavoratori “in nero”, impiegati in più comuni della provincia, nell’ambito di diversi settori produttivi: dalla ristorazione, all’edilizia, al turismo.
I target selezionati sono stati individuati a seguito degli elementi informativi acquisiti nel corso della quotidiana attività di controllo del territorio, successivamente approfonditi mediante la consultazione delle banche dati in uso al Corpo.
In particolare, fonte di molteplici attivazioni è l’attività di pattugliamento su strada nell’ambito della quale, oltre a identificare il conducente dei veicoli durante la loro attività, vengono acquisite informazioni in ordine al rapporto di lavoro.
L’incrocio e l’esame delle informazioni emerse ha consentito di rilevare, in tutti i casi e circostanze, che i lavoratori risultavano essere privi di qualsiasi regolarizzazione formale del rapporto di impiego, sia sotto il profilo contributivo che assicurativo.
I titolari delle ditte presso cui erano impiegati i vari lavoratori, oltre alla diffida a regolarizzare la posizione dei loro sottoposti, sono stati destinatari di una sanzione amministrativa fino ad un massimo di 10.800 euro.
Le attività poste in essere rientrano tra le funzioni di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, mirate, da un lato a controllare il corretto impiego delle risorse pubbliche, assicurando che l’accesso ad agevolazioni o esenzioni avvenga a favore di coloro che ne hanno effettivamente diritto e bisogno e, dall’altro, a contrastare i fenomeni di sfruttamento dei lavoratori ed assicurare le entrate delle risorse finanziarie sia sotto il profilo fiscale che previdenziale ed assistenziale.