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Sono scesi in Piazza Palazzo a Cagliari questa mattina dalle 9:30 per chiedere di essere ascoltati. Sono i lavoratori dello spettacolo, coloro che con l'ultimo DPCM stanno pagando pesantemente le ulteriori chiusure imposte dal Governo “in un momento delicatissimo nel quale stavano avviando una difficile e faticosa ripresa delle loro attività, dopo le fermate dei mesi da marzo a maggio per effetto della pandemia dovuta al Covid-19”.
Con loro la Confederazione sindacale sarda (CSS), la CGIL, CISL e UIL. “Risulta incomprensibile la chiusura dei Teatri e dei Cinema – affermano -, i cui ambienti sono sanificati continuamente e dove gli spettatori indossano le mascherine e osservano distanziamento sociale, esattamente come nei luoghi di culto, che non vengono neppure sfiorati da queste chiusure. - Il Governo commette un grave errore, dimenticando che proprio i Teatri e i Cinema sono i luoghi di cultura e narrazione che elevano lo spirito a contatto dell'arte e della bellezza”.
“In Italia – ha sottolineato il Segretario Generale della CSS, Giacomo Meloni - centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori esercitano ogni giorno le lor attività dentro queste vere e proprie fabbriche, dove l'arte poetica, il canto, la musi e la recitazione sono espressione di civiltà. L'attenzione che oggi viene richiesta intorno a questi settori non può avere il solo carattere emergenziale, seppure urgente e necessario. La cultura e la bellezza sono fonte di reddito certo e di ricchezza, come è stato dimostrato anche in campo economico generale. Ora si tratta di essere coerenti e dimostrare di credere in questi valori che sono persone e posti di lavoro. Insieme possiamo e dobbiamo farcela”.
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