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"Non lasciamo soli i detenuti... isoliamo le guardie", è quanto si legge in un manifesto affisso a Cagliari, contro la Polizia penitenziaria. Già due giorni fa ne era stato trovato uno minaccioso a Roma, ritrovamenti che si stanno facendo più frequenti dopo le notizie sulle violenze ai danni dei detenuti avvenute nel carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020.
Nel manifesto, trovato su una delle colonne del porticato di via Roma, anche una frase in dialetto: "kontra is presonis mishunu est solu". "Le guardie carcerarie, chiamate anche 'secondini', - esordisce il testo del manifesto - sono uomini e donne comuni che abitano in mezzo a noi. Ciò che li contraddistingue è la scelta che hanno fatto nella vita: la scelta di chiudere a chiave altre persone per uno stipendio mensile".
"Ogni tanto viene fuori la notizia che queste guardie pestano e torturano i detenuti - continua il manifesto -. Il caso di Santa Maria Capua Vetere è solo uno dei pochi... parlano di mele marce... ad essere marcio è il sistema carcerario...la divisa che indossano gli conferisce il potere di reprimere... per strada, nel palazzo di casa, al bar... isoliamo le guardie".
Trovato anche uno striscione, nel quartiere San Michele, dove si legge: "Da S. Maria Capua Vetere a Uta. Non esistono mele marce. Il carcere è una tortura".