Prosegue a Cagliari il processo sulle presunte minacce e diffamazione al leader della Lega Matteo Salvini.

Nell'udienza di oggi la Polizia postale di Cagliari ha riferito alla giudice Cristina Ornano che Facebook non ha fornito alcuna risposta ai quesiti richiesti, anche perché il social network non avrebbe materiale utile su quella specifica pagina.

Indagato è un attivista sardo, Mauro Aresu, che nel 2017 aveva evocato piazzale Loreto in occasione dell'arrivo a Cagliari del leader della Lega Matteo Salvini.

Nei mesi scorsi la giudice Ornano aveva deciso di sentire le testimonianze del Questore dell'epoca, di un dirigente della Digos e un esperto della polizia postale per capire se il dispositivo di sicurezza allestito in occasione dell'appuntamento organizzato quattro anni fa dalla Lega abbia avuto interferenze dal post pubblicato sui social. Non solo. La giudice - riaprendo l'istruttoria - aveva anche sollecitato di chiedere a Facebook se, oltre all'attivista Mauro Aresu, difeso dall'avvocata Marcella Cabras, ci fossero altri "amministratori" autorizzati a scrivere nel gruppo dove è comparso il post contro Salvini. La Polizia postale ha oggi riferito di non aver ricevuto dal social la risposta richiesta. Impossibile dunque stabilire se Aresu fosse l'unico amministratore autorizzato a scrivere sul gruppo (a cui aderivano 5 mila utenti), così da accertare se sia stato lui materialmente a pubblicarlo. Il leader della Lega, Matteo Salvini, si è costituito parte civile con l'avvocata Flavia Eccher di Trento. Il processo è stato quindi aggiornato al 25 marzo per la discussione di pm, parte civile e difesa.