E' stato rinviato subito dopo l'apertura in Corte d'Assise a Cagliari il processo nei confronti di cinque imputati di associazione eversiva a carattere anarco-insurrezionalista e di un'altra quarantina di militanti antimilitaristi accusati di reati minori. Uno dei motivi riguarda il fatto che l'unico imputato detenuto è rimasto bloccato a Nuoro, nel carcere di Badu 'e Carros, per un caso accertato di Covid, di conseguenza impossibilitato a partecipare all'udienza.  

Nelle scorse settimane il collegio delle misure di prevenzione aveva rigettato la richiesta di sorveglianza speciale nei confronti dei cinque principali imputati, ritenendo che non fosse configurabile il reato di associazione eversiva. Alla sbarra sono finiti i sardi Roberto Bonadeo e Valentina Maoret, di 33 e 37 anni, ritenuti i promotori dell'associazione a scopo eversivo, Gianluca Berutti, di 40, Marco Desogus, di 26, e Davide Serra, di 27. 

Oggi davanti alla Corte presieduta dalla giudice Tiziana Marogna, oltre all'impossibilità di far partecipare, anche solo in videoconferenza, il detenuto di Badu 'e Carros, sono emersi anche problemi di notifica nei confronti di alcuni degli imputati minori. Da qui la decisione di rimandare l'illustrazione delle prove alla prossima udienza, fissata per il 31 marzo. 

Con i cinque sono imputate altre 38 persone, a cui la Procura contesta reati che vanno dal danneggiamento alla resistenza all'imbrattamento in occasione dei disordini avvenuti durante alcune manifestazioni contro le basi militari in Sardegna a Capo Frasca, Salto di Quirra e Decimomannu tra il 2014 e il 2017.