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“Il declino dell’assistenza sanitaria italiana origina da molto più in alto, dai finanziamenti statali sempre più carenti, dal mancato controllo sull’operato delle Scuole di Specializzazione, dall’omertà di chi ancora permette che i giovani Medici vengano sfruttati e abbandonati al precariato. In questo contesto, la nostra mobilitazione permanente non è una lotta di classe, ma un atto di resistenza contro i meccanismi malsani che negli ultimi anni hanno minato il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Difendere i nostri diritti è la base per difendere i diritti di tutti, perché il futuro dell’assistenza sanitaria siamo noi. Gli strumenti che stiamo rivendicando sono indispensabili per poter dare il nostro sostanziale contributo al sistema della Salute. La nostra mobilitazione è totalizzante e riguarda non solo il personale sanitario, ma chiunque abbia a cuore la propria salute. Venerdì 29 Maggio nelle piazze dei capoluoghi delle regioni italiane medici, studenti e professionisti del mondo sanitario (in conformità con le disposizioni e l’autorizzazione della Questura e del DPCM del 17 maggio) scenderanno in piazza indossando il camice bianco e una mascherina segnata con la con una X rossa e il numero 29 come simboli della protesta”.
A darne comunicazione è l’associazione di Cagliari “Farmacia Politica”.
A Cagliari l’appuntamento è per le ore 10.30 di venerdì 29 maggio presso Piazza Garibaldi.
“Il Medico – si legge nell’apposita nota stampa - è un professionista che ha deciso di dedicare la sua vita alla tutela della Salute di tutti. Il mestiere di curare richiede un immenso impegno fisico e psicologico, ma viene ricompensato da qualcosa che è difficile trovare in molti altri lavori: la possibilità di fare la differenza nella vita e nella salute di un altro essere umano. Un privilegio umanitario che spiega come ancora sia possibile fare il Medico in Italia. Storicamente, quella dei Medici è considerata una classe agiata dal punto di vista economico, prestigiosa e ben tutelata in ambito lavorativo. Questo ideale, cui sono assoggettati anche molti degli iscritti a Medicina alle prime armi, viene prontamente smentito quando il Medico neo-laureato accede al mondo del lavoro e della formazione post-laurea. Ogni anno migliaia di giovani laureati non riescono a proseguire la loro formazione in ambito specialistico o della Medicina generale, rimanendo nel limbo del precariato. Chi riesce ad accedere alle Scuole di Specializzazione, viene trattato a tutti gli effetti come manodopera qualificata a basso costo”.
“Lo Specializzando o il Corsista di Medicina generale – continuano - sono figure avvolte dal mistero: non sono lavoratori, non sono studenti, non hanno le piene tutele né dell’una né dell’altra figura. Il numero di contratti di formazione in Italia è da anni insufficiente a coprire le esigenze del Paese, e quelli che ci sono offrono un trattamento economico tra i più poveri in Europa. Questa è la realtà che viene celata dall’ideale del Medico ricco, statale e nullafacente, che spesso viene considerato il responsabile del degrado del Sistema Sanitario”.