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L'impianto di stoccaggio e rigassificazione nel porto industriale di Cagliari, il progetto del Terminal di Sardinia LNG, è fermo da più di due anni anche nonostante abbia ottenuto diverse autorizzazioni. "Nonostante tre sollecitazioni ufficiali del Mite per il rilascio dell'intesa, la Regione resta in silenzio, bloccando un'opera strategica per lo sviluppo energetico ed economico dell'isola", spiega in una nota il legale rappresentate della società, Giuseppe Delitala, che ha inviato una diffida a Villa Devoto sollecitando l'amministrazione al rilascio dell'intesa "entro e non oltre 15 giorni" a partire dalla data di ieri.
La società è anche pronta a rivolgersi ai giudici per tutelare i propri diritti. Il progetto del terminal, inteso come stoccaggio e rigassificatore di gas naturale liquefatto, è tra quelli ritenuti strategici dal decreto energia del Mite e secondo la società porterà "benefici economici immediati: risparmio medio per gli utenti di 400 euro/anno, grazie al passaggio dal gas propano al metano per le 17.500 famiglie dell'area vasta di Cagliari".
Ma anche vantaggi ambientali: "minori emissioni di CO2 e maggiore sicurezza rispetto all'attuale sistema, oltre allo sviluppo del porto di Cagliari con l'adeguamento alle normative europee e la possibilità di rifornire navi da crociera a GNL e attrarre nuove attività industriali". Il progetto, finanziato interamente da fondi privati, potrebbe essere operativo entro il 2026 a un costo di circa 130 milioni di euro. "Il Terminal GNL rappresenta un'opportunità unica per la Sardegna, l'unica regione italiana a non essere ancora metanizzata - conclude Delitala -. Il silenzio della Regione Sardegna è incomprensibile e rischia di compromettere il futuro energetico e industriale dell'Isola".