"Il progetto di legge costituzionale sulla separazione delle carriere, già approvato dalla Camera dei Deputati, nulla aggiunge all'efficienza della giustizia ma apre le porte a una possibile soggezione del Pubblico ministero all'Esecutivo, con buona pace per quella separazione dei poteri e per quella autonomia e indipendenza della magistratura disegnata dai padri costituenti". Così il procuratore generale di Cagliari, Luigi Patronaggio, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario in Sardegna.

"Non sono pregiudizialmente contrario alla separazione delle carriere perché, non senza sforzo, comprende la posizione ideologica di chi anela a un processo accusatorio puro che si ritiene più giusto e garantista di altre forme processuali - afferma il procuratore - ma sono molto preoccupato della mancata espressa previsione di una tutela costituzionale della indipendenza ed autonomia del Pm dall'Esecutivo. Sono pochi i Paesi in Europa che garantiscono una reale autonomia e indipendenza al Pm che fatalmente viene attirato sotto un controllo, più o meno rigido, del governo di turno a prescindere dal suo colore politico".

"Il superamento di fatto dell'obbligatorietà dell'azione penale, con l'introduzione dell'individuazione dei reati a trattazione prioritaria da parte del Parlamento, ha aperto pericolosi spazi per una giustizia selettiva e di parte. Già oggi - aggiunge - si sono fatte scelte sostanziali e procedurali che accrescono le garanzie per i cosiddetti colletti bianchi e accentuano l'atteggiamento repressivo verso la criminalità comune".

"Sotto altro aspetto temo molto una nuova categoria di Pubblici ministeri, autoreferenziali, privi dell'equilibrio proprio di chi si è nutrito della cultura della giurisdizione, tesi al raggiungimento di obiettivi di efficientismo gradito a chi detiene il potere e ne gestisce le carriere", conclude Patronaggio.