Sono più di 60 i reperti che i carabinieri del Ris dovranno esaminare per ottenere una visione completa del duplice omicidio in via Ghibli, a Cagliari, e per chiarire le circostanze della morte di Luigi Gulisano, 79 anni, e di sua moglie Marisa Dessì, 82 anni, trovati morti il 5 dicembre scorso per sospetto avvelenamento. Il figlio minore della coppia, Claudio Gulisano, 44 anni, si trova attualmente detenuto a Uta con l'accusa di aver ucciso i genitori. Gli specialisti del Ris hanno iniziato oggi gli esami irripetibili sui reperti sequestrati durante gli accertamenti nella proprietà dei coniugi.

Tra i reperti ci sono alimenti, telefoni, sostanze chimiche, impronte digitali e altri materiali che saranno attentamente analizzati alla ricerca di tracce biologiche ed ematiche, nonché di conferme sul tipo di veleno usato per commettere l'omicidio. In particolare, verranno esaminati anche il sale e lo zucchero trovati in casa, simili al nitrito di sodio sospettato di essere stato utilizzato per avvelenare la coppia.

Saranno condotte analisi dattiloscopiche su computer e telefoni per verificare eventuali manipolazioni o toccature. Presenti alla caserma durante l'apertura dei pacchi contenenti i reperti erano l'avvocato difensore di Gulisano, Luigi Sanna, il consulente tossicologo Domenico Meloni e l'avvocato Gianluca Aste, che rappresenta Davide Gulisano, fratello di Claudio, considerato parte lesa dalla Procura. "Gli esami del Ris sono appena cominciati, dovremo attendere i risultati prima di poter fare ulteriori dichiarazioni," ha affermato l'avvocato Sanna.

Claudio Gulisano è detenuto da meno di due settimane, arrestato dopo un lungo interrogatorio davanti al pm Rossana Allieri, durante il quale ha dato versioni contrastanti. Svariati elementi indicano la sua colpevolezza: una testimone che lo avrebbe visto vicino alla casa dei genitori la mattina prima della scoperta dei corpi, nonostante avesse negato, un video che lo riprende in zona Ghibli e un messaggio inviato dal telefono del padre quando questi potrebbe già essere deceduto.

Secondo l'accusa, il movente del crimine è di natura economica, legato ai debiti contratti da Claudio dopo il fallimento del supermercato ereditato dal padre.