PHOTO
Ford aveva John Wayne, Leone aveva Clint Eastwood, io ho Franco Nero" diceva entusiasta Sergio Corbucci (pilastro del western italiano assieme a Sergio Leone).
Nell’elegante salottino dell’Hotel Sardegna di Cagliari Franco Nero sorride di fronte al fiume di racconti e aneddoti che il suo amico di una vita, il jazzista Lino Patruno, mette insieme in attesa del pranzo che li unirà agli organizzatori dell’evento in programma di cui saranno i protagonisti più attesi: il capoluogo sardo mai come quest’anno ha vito passare in rassegna star di alto livello pronte a raccontarsi e a fare un bagno di folla nel corso di eventi che puntualmente registrano il tutto esaurito.
Sul palco del Teatro Massimo, intervistato da Sergio Naitza, l'attore parmense, che venne notato agli esordi per la sua prestanza fisica e il "cipiglio da valoroso", incarnando una bellezza maschile molto "americana", è al centro di un racconto ricco di storie che fanno di lui uno degli attori italiani più amati e apprezzati al mondo.
Lino Patruno, che ha regalato degli emozionanti momenti musicali, è l’altro graditissimo ospite di una kermesse che corre via veloce, tra esibizioni e testimonianze, applausi generosi e ricordi da portare via.
Franco Nero si distingue fin dagli esordi per l'interpretazione di Abele in "La Bibbia" (John Houston,1966) e "Un tranquillo posto di campagna" (1968), girato in coppia con Vanessa Redgrave, compagna di vita, e al quale deve la consacrazione definitiva alla notorietà.
A Sergio Corbucci deve gran parte della sua fama, avendo ricoperto il famosissimo protagonista di "Django" (1966), de "Il mercenario" (1968) e di "Vamos a matar compañeros" (1970).
81 anni di vita e 62 di carriera portati magistralmente, visto l'entusiasmo e l'energia da ragazzino con le quali Franco continua a mettersi in gioco -lavorando su grande e piccolo schermo con capacità e professionalità magistrali- raccontandosi, al contempo, al suo pubblico e nel libro biografico "Django e gli altri". E meritandosi, pertanto, il Premio alla Carriera da parte della Città del Sole.
"I premi? Sono sempre stato restìo, anche se ne ho vinto centinaia in giro per il mondo. Quelli alla carriera, poi, mi fanno sorridere. Sembra che sia finito tutto, mentre io sono nel pieno della mia attività lavorativa: ho in mente due o tre progetti da regista, e uno musicale tra Messico e Cuba" ha dichiarato all'Unione Sarda (Franco non è solamente attore e regista ma ha già curato, a partire dal 1985, diversi progetti musicali).
Patruno incanta con il sunto di un’esperienza che spazia dal jazz in concerto, alla sala di registrazione, ai grandi successi in TV (storica la sigla di “Portobello”), al teatro, al cinema: nel 2025 onorerà i suoi 90 anni con la verve di un ragazzino che ha ancora voglia di sperimentare e intrattenere con l’entusiasmo raccontato in diverse pubblicazioni di cui è l’autore.