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La famiglia di Beatrice Loi, come ultimo gesto d'amore e di grande altruismo, ha acconsentito alla donazione degli organi. La giovane 17enne è morta ieri, domenica 24 novembre, all'ospedale Brotzu di Cagliari. La studentessa era stata investita sabato mattina mentre attraversava la strada, sulle strisce pedonali, in viale Colombo, per andare al Liceo Scientifico "Alberti". Beatrice era stata portata in ospedale subito dopo l'incidente, ma le sue condizioni erano apparse da subito gravissime. Era ricoverata in Rianimazione con la prognosi riservata. Ieri mattina il suo cuore ha smesso di battere. Al volante dell'auto, un Fiat Panda, c'era un pensionato di 82 anni.
Il messaggio di cordoglio e ricordo della comunità scolastica sottolinea la perdita di una ragazza amata per il suo sorriso, la gentilezza e l'intelligenza. “Beatrice, la tua tragica e ingiusta scomparsa ci rende tutti più poveri. Ci mancheranno il tuo sorriso, la tua gentilezza, la tua curiosità e la tua intelligenza. Ciao Beatrice, sarai sempre nel cuore di tutti noi”.
In risposta a questa tragedia, il Coordinamento presidenti dei consigli di istituto della Sardegna ha lanciato un appello affinché gli studenti leghino nastri colorati ai pali vicino alle strisce pedonali come segno di protesta pacifica e richiesta di maggiore sicurezza stradale. Questa iniziativa simbolica invita tutti i cittadini a partecipare attivamente per garantire un ambiente più sicuro per la comunità.
"Ogni cittadino - spiega Pino Aquila, portavoce del coordinamento - può fare una passeggiata fino al liceo scientifico Alberti e legare un nastro colorato (di una trentina di centimetri circa) ai lampioni di viale Colombo con la promessa di 'liberarlo' quando verranno presi gli accorgimenti necessari a rendere sicuro l'attraversamento pedonale di tutta la cittadinanza. Una protesta visibile, silenziosa, colorata, adatta a tutti perché l'intera città ha bisogno di sentirsi sicura di poter camminare e attraversare e di sentirsi parte attiva nella richiesta di cambiamento. Insieme possiamo e dobbiamo far sentire la nostra voce".