Hanno perso la casa, gli animali, tutti i loro averi e tantissimi dei ricordi di una vita intera, andati in fumo in qualche ora. Disperazione, rabbia, ma soprattutto ci si domanda chi e perché ha potuto compiere un gesto del genere: se lo chiedono, ancora parecchio scossi, gli sventurati protagonisti di questa terribile vicenda avvenuta giovedì 28 novembre attorno alle ore 21, Pier Andrea Pisano e la sua compagna.

Ignoti si sono introdotti dentro la loro abitazione a Senorbì nella periferia del paese in località Pranucoccoi, dopo aver divelto una grata in ferro con uno smeriglio e probabilmente dopo avere cosparso il liquido infiammabile, forse gasolio, sui mobili, sul divano e nei letti; hanno così appiccato il fuoco per poi dileguarsi nella campagna circostante. Tutto è andato completamente distrutto, sono morti anche alcuni degli animali di proprietà, tranne i cani che sono fuggiti e sono per questo riusciti a salvarsi.

"I danni ammontano sommariamente a 150mila euro - ha raccontato ai nostri microfoni Pier Andrea, 61anni, originario di San Basilio e agente di Polizia locale presso l'Unione dei Comuni, dove presta servizio da 40 anni -. Abbiamo perso tutto e per ora siamo ospiti da amici e parenti che ci stanno aiutando".

"Tutto ciò che ci è rimasto sono gli abiti che abbiamo addosso - ha spiegato Pier Andrea Pisano -. In casa, costruita grazie a 20 anni di sacrifici e che è stata dichiarata inagibile dai Vigili del fuoco, non si è salvato nulla, avevamo i nostri abiti tradizionali sardi, mobili nuovi, oggetti preziosi, tutto bruciato".

Su un possibile movente, Pier Andrea non ha dubbi: "L'attentato è sicuramente riconducibile alla mia attività di Polizia locale, perché al di fuori del servizio ho solo amici e tante passioni che condivido con tutti", ha detto con la voce che tremava.

Sul posto, sono intervenuti i Vigili del fuoco di Sanluri che si sono prodigati fino alle 3 del mattino per domare le fiamme e mettere in sicurezza il sito. Sono ovviamente scattate le indagini di cui si stanno occupando i Carabinieri della stazione di Senorbì e della tenenza di Dolianova.

"Non capisco il motivo di tanta cattiveria, ci hanno rovinato la vita - ha detto ancora Pier Andrea -. La cosa più crudele subito dopo questa sarebbe stata una pugnalata". E a un certo punto ci ha parlato di alcuni risvolti del suo lavoro, "Quando, per esempio, qualcuno posteggia in un parcheggio destinato ai disabili e un agente di Polizia locale lo fa notare, il 90% delle persone comprende e sposta la macchina, mentre un 10% non capisce e prende la ripresa come un affronto, senza tenere conto che la nostra attività è per il bene di tutta la comunità, compresa la loro".