Ci sono case in cui il Natale si è spento: per il dolore di un lutto, l'esperienza della solitudine, il tormento della sofferenza. "Per Andrea Deidda oggi non è Natale". Esordisce così l'avvocato Gianfranco Piscitelli, pubblicando una foto che ritrae i fratelli Andrea e Francesca Deidda bambini, sereni e spensierati sotto l'albero di Natale. E' un'immagine datata, un'istantanea dal passato, perché Andrea è ormai un uomo e Francesca oggi non c'è più, uccisa dal marito Igor Sollai.

"IL CUORE AVVOLTO DAL DOLORE"

"Un velo di tristezza offusca la gioia di queste festività — aggiunge Piscitelli —. L'assenza di sua sorella Francesca e la certezza del non ritorno si fa sentire profondamente, lasciando un vuoto incolmabile. Il calore delle luci natalizie non riesce a scaldare il suo cuore avvolto dal dolore. I ricordi di una infanzia felice insieme, uniti davanti alle luci che adornano l'albero di casa scintillante e custode di regali e sorprese, affiorano, dolci e amari, come le melodie delle canzoni festive. Un nodo alla gola lo stringe, impedendo alle parole di esprimere appieno la sofferenza".

"Il pensiero costante rivolto a Francesca che non c'è più perchè barbaramente uccisa da quell'uomo che per oltre vent'anni ha amato, quell'uomo che doveva proteggerla, come falsamente le aveva giurato, rende ogni momento pesante — ancora l'avvocato, presidente di Penelope Sardegna —. La speranza di un futuro sereno sembra lontana, un miraggio nel deserto del dolore".

UNA SOLA DOMANDA: PERCHÉ?

"Giustizia e Verità per Francesca sono oramai affidati ad uomini che giudicheranno con i codici. Andrea, a cui sono vicino non come avvocato di fiducia ma come un fratello maggiore, non mi trasmette desideri di vendetta ma mi guarda triste ed indifeso e si chiede, mi chiede "perché?". Stando a tutti i depistaggi e le false rappresentazioni dell'orrendo gesto rappresentate dall'assassino di Francesca, non so se io o la Giustizia terrena riusciremo a rispondere alla sua domanda; ma una risposta vera l'assassino dovrà prima o poi darla a qualcuno a cui non si può mentire", conclude Piscitelli.

"Sino a quel momento estremo, dovrà darla anche a sé stesso quando, nelle notti di Natale ed in tutte le notti che passerà a scontare la sua certa pena terrena, dovrà confrontarsi con sé stesso. Che la luce di queste feste possa, nonostante tutto, portare un po' di conforto e pace al caro Andrea che continua a guardare con gli occhi lucidi la foto che stringe tra le mani e mi affida per mostrarla a chi amava Francesca ritornando col pensiero ad attimi di gioia e felicità".

I FATTI

Igor Sollai è in carcere dall'8 luglio scorso con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Francesca Deidda era sparita da San Sperate il 10 maggio. I suoi resti sono stati rinvenuti dieci giorni dopo il fermo di Sollai, il 18 luglio, nascosti in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia SS 125. I due vivevano a San Sperate, nell'hinterland cagliaritano, erano sposati da 11 anni e non avevano figli. Il matrimonio, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, era in crisi da tempo.

Sollai aveva una relazione con un’altra donna che avrebbe confermato ai carabinieri l'intenzione del 43enne di lasciare la moglie. Gli investigatori, subito dopo la scomparsa di Francesca Deidda, avevano messo sotto controllo il cellulare del marito per studiarne i movimenti e i contatti. Le indagini avevano permesso di ricostruire gli spostamenti del marito nelle ore della scomparsa di Francesca, portando i carabinieri a circoscrivere un'area nella quale i cani molecolari avevano fiutato alcune tracce conducendo alla scoperta di un borsone contenente resti umani. L'analisi dei vestiti e del cadavere in decomposizione aveva confermato la corrispondenza con l'identità di Francesca Deidda.

Nel corso dei mesi, prove sempre più consistenti sarebbero emerse a carico dell'indagato. Il borsone contenente i resti della vittima sarebbe stato acquistato dall'uomo; nella radura, poi, erano stati piantati arbusti a crescita rapida, utili a nascondere meglio la sacca, il cui acquisto sarebbe risultato riconducibile a Sollai; tracce di sangue sono state rinvenute nel divano di casa e nella Toyota Yaris di Francesca, che Igor aveva venduto poco dopo la scomparsa.

Poi l'autotrasportatore ha confessato il delitto descrivendo le modalità con cui ha ucciso la moglie e come si è liberato del cadavere, senza però chiarire il movente.

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